Chiedono al presidente Marsilio di sostenere la proposta e difendere davanti al Governo gli interessi degli abruzzesi. Sono gli esponenti del gruppo consiliare del partito democratico in Regione che annunciano l’avvio della raccolta firme a sostegno della proposta di legge regionale del PD per destinare il 7,5% del PIL alla sanità pubblica.
“Per dare agli abruzzesi una sanità con numeri e servizi migliori, che mette al centro le persone, pazienti ma anche medici e personale sanitario” come si legge nel comunicato a firma PD, partito pronto a una grande mobilitazione per far sì che la sanità abruzzese esca dalla “situazione disastrosa” in cui si trova.
Un 7,5% del prodotto interno lordo che consentirebbe al Fondo sanitario nazionale di salire a 164 miliardi e all’Abruzzo di avere 3,4 miliardi ovvero 2.600 euro pro capite da destinare alla sanità pubblica. Migliorandone la qualità in una regione che, ricorda il partito democratico, ha il peggior differenziale d’Italia tra i livelli essenziali di assistenza 2022 rispetto a quelli del 2021. Una regione che la Fondazione Gimbe colloca ultima nella calssifica generale ultima con 30,86 punti in meno rispetto al 2021.
Una proposta di legge che punta a migliorare il “quadro attuale sconfortante” della nostra regione dopo la decisione del governo Meloni di “prevedere per il capitolo salute solo 134 miliardi di euro per il 2024, pari al 6,12% del pil”. Previsione che per l’Abruzzo significa 2,8 miliardi ovvero 2100 euro pro capite, “troppo poco per garantire servizi adeguati visto che in quasi sei anni il centrodestra è stato capace unicamente di fallimenti” ribadisce il PD davanti ai conti in rosso delle ASL abruzzesi. Ad aggravare la situazione il crollo delle prestazioni scese da 158.000 del 2018 a 137.000 nel 2023 (dati dell’Agenzia Regionale della Sanità) con punte di oltre il 46% all’ospedale di Ortona, del 44% a Castel di Sangro, del 33% a Sulmona, del 21% a Tagliacozzo e Avezzano e del 18% a L’Aquila.
Senza dimenticare la rinuncia alle cure, una scelta che in Abruzzo viene compiuta dal 9,2% delle famiglie, “oltre 120.000 persone che non hanno soldi per curarsi e nemmeno per andare a curarsi altrove” conclude il partito democratico regionale che ribadisce la necessità di “investire di più nella sanità per garantire cure di qualità a tutti, più fondi per le assunzioni e maggiori risorse per prestazioni sanitarie, servizi, medicinali e presidi medici”.
Tutto bellissimo, ma quando si sparano cifre per spesa pubblica sarebbe opportuno indicare anche le coperture. Troppo facile così, i 30 mld aggiuntivi non si finanziano da soli
Dissero che coloro quando erano al governo approvarono la famosa legge lorenzin
Dicono che questi, nonostante la voragine di deficit prodotto nelle asl abruzzesi, continuano a distribuire fondi a pioggia.