“Un intervento totalmente insostenibile dove solo piroette e capriole lessicali possono nascondere l’unico vero intento, quello di fare affari a discapito di un paesaggio unico”. Così il Coordinamento NO Pizzone II commenta le prime repliche da parte di ENEL alle osservazioni tecniche depositate da enti, associazioni e cittadini contro il progetto della ENEL Green Power per la realizzazione della mega centrale idroelettrica chiamata Pizzone II.
Osservazioni alle quali, sottolineano dal Coordinamento, ENEL avrebbe risposto con “repliche surreali e inconsistenti basate su continui rinvii ai documenti già depositati”. Come quelle relative all’impatto sulla fauna e sulla flora del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per il quale la società non fa che operare “un continuo rimando a studi che verranno svolti solo in seguito all’approvazione del progetto”. A conferma di quelle “incompletezza, parzialità e insufficienza” censurate dagli stessi enti e cittadini.
Ma come si può valutare l’impatto di un progetto se gli stessi documenti risultano carenti, si domandano gli esponenti del Coordinamento NO Pizzone II che considerano inconsistente la “scusante” addotta da ENEL alla mancata raccolta di quelle “obbligatorie informazioni ambientali” per le quale il Ministero dell’ambiente aveva concesso la proroga di un anno. Stesso discorso per l’altro punto fondamentale relativo all’impatto idrogeologico sull’acqua sotterranea per il quale ENEL aveva chiesto la proroga “proprio per fare i sondaggi geognostici” rivelando poi che “li farà …. a progetto approvato!”.
Per non parlare del rischio sismico sul quale, continua il Coordinamento NO Pizzone II “Enel risponde che esistono documenti rimasti ignoti nella procedura di VIA inviati al Ministero delle infrastrutture che li deve ancora valutare”. Eppure, fanno notare gli scriventi, “è proprio nella procedura di VIA che devono essere valutati tutti i rischi, compreso quello sismico”. E, come se non bastasse, c’è la risposta di ENEL alle osservazioni del Parco Nazionale, un ente che gestisce un’area protetta al quale “la società che fa utili ancora oggi con le centrali a carbone avrebbe detto che bisogna pensare al clima”.
Ad aggravare ulteriormente la situazione la “perla” delle cosiddette opere di compensazione che, alla Soprintendenza che faceva notare il possibile impatto negativo ENEL risponde che in realtà esse “sono da ritenersi delle suggestioni di carattere indicativo, non vincolanti dal punto di vista delle scelte progettuali”.
C’è n’è abbastanza, per il Coordinamento NO Pizzone II per continuare nella ferma opposizione al progetto della centrale idroelettrica dell’ENEL le cui repliche non sono altro che “specchietti per le allodole per amministrazioni compiacenti”.
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