“I poliziotti penitenziari di Sulmona stanno collassando per via dello sfinimento dettato dal consumo di energie psico fisiche”. A dichiararlo il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria Mauro Nardella a proposito del carcere sulmonese dove negli ultimi dieci giorni sono stati trovati altri dieci telefonini.
“Una situazione critica” della quale, sottolinea Nardella, “tutti i senatori e i deputati di buona volontà” dovrebbero farsi carico rivolgendosi al ministro della giustizia Nordio “attraverso mirate interrogazioni per farsi dare risposte e possibilmente soluzioni”. A supporto delle operazioni condotte da “un gruppo di poliziotti che sembra essere divenuto uno stuolo di ottimi cercatori” tanto da scovare negli ultimi tempi più di 50 dispositivi. Baschi blu di “elevata professionalità e diligenza” continua Nardella, ormai specializzati a scovare telefoni cellulari dappertutto.
“Resta da capire come facciano ad entrare” si domanda il segretario nazionale riferendosi ai dispositivi elettronici trovati all’interno della casa circondariale di Sulmona i cui responsabili hanno avanzato richieste di trasferimento per “tutti coloro che sono stati trovati con i dispositivi in camera”. Richieste che però non hanno trovato ancora accoglimento dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria contro cui lo stesso Nardella solleva critiche sempre più dure. In primis perché proprio a Sulmona dove da un lato non viene “implementato un sistema volto a disturbare la frequenza dei dispositivi” sia per evitare di farli entrare attraverso l’utilizzo di droni sia per farli smettere di funzionare, dall’altro “continuano ad arrivare tiktoker colti in fallo in altri istituti italiani”.
Tutto questo con gravi ripercussioni sul lavoro del personale continuamente impegnato nella “ricerca spasmodica di oggetti non consentiti” senza ricevere alcun supporto in termini di metodo “impostato più sul prevenire che sul reprimere”. Una situazione divenuta insostenibile per la quale, conlude il segretario nazionale Mauro Nardella, occorre intervenire con urgenza per dotare il personale penitenziario di “mezzi idonei al soddisfacimento dell’opera preventiva”.
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