Si intitola La Giustizia del Duce, il fascismo al potere tra violenze, sottovalutazioni e connivenza il nuovo libro di Luciano Di Tizio che sabato 9 novembre alle ore 18 verrà presentato presso la libreria UBIK a Sulmona.
A 100 anni dal delitto di Giacomo Matteotti, Di Tizio narra gli anni del fascismo “tra violenze nel territorio e progressivo asservimento dello Stato alla dittatura” con al centro il rapimento e l’assassinio di Giacomo Matteotti. Prendendo le mosse dal contesto sociale, economico e ideologico degli anni della nascita e della crescita del fascismo, l’autore “allarga lo sguardo ad altre aggressioni e ad altre vicende giudiziarie” per offrire una visione a tutto campo che dal delitto e dal processo Matteotti si estende a “vicende diverse nelle quali magistrati con la schiena dritta hanno difeso la Giustizia a dispetto delle pressioni del regime”.
Dopo La giustizia negata. Dietro le quinte del processo Matteotti edito nel 2006 Luciano di Tizio amplia il discorso sugli anni del fascismo e del suo regime dittatoriale imposto “grazie a circostanze favorevoli, connivenze più o meno dichiarate e gravi sottovalutazioni”.
A dialogare con Di Tizio, già autore di alcuni saggi storici e pubblicazioni scientifiche e divulgative sul tema dell’ambiente, giornalista professionista collaboratore per molti anni di quotidiani, radio e tv nazionali e locali nonché caposervizio de Il Tempo in Abruzzo, sarà il professore dell’università “D’Annunzio” di Chieti-Pescara Oreste Tolone.
Nel rispetto di quanto accaduto occorre dire che Matteotti ed i Socialisti erano un pericolo per la Sicurezza Nazionale.
Questo era il credo di Matteotti e dei suoi fedelissimi.
Bandiera Rossa rompiam le ossa.
La Rivoluzione diventerà mondiale.
Stermineremo le classi con la lotta per instaurare la dittatura del proletariato.
In quel periodo storico la Rivoluzione Socialista in atto era un pericolo per le Classi dominanti e, come disse anche A. Gramsci, queste edificarono il fascismo per mantenere l’ordine sovrano.
Nel ventennio è stato evitato che i Socialisti facessero l’ennesima macelleria umana come è stato in Russia e in altre nazioni invase dalla Rivoluzione.
Nel rispetto di quanto accaduto, non bisogna mentire nè mistificare la realtà dei fatti. Giacomo Matteotti era Socialista, nella corrente riformista. Ed era una persona integerrima.
È ormai noto (o dovrebbe esserlo) che Matteotti aveva raccolto prove e denunciava sia le violenze squadriste sia i tanti illeciti, corruzioni e tangenti che affluivano al partito fascista dai società petrolifere straniere. Tangenti che toccavano firettamente la famiglia Mussolini.
A cento anni dall’omicidio Matteotti, il precedente vergognoso commento evidenzia ancora una volta la carenza grave di conoscenza ed educazione di troppi , forse anche la loro malafede. E mette in risalto la vicenda di Giacomo Matteotti come termine di paragone tra chi, come Matteotti, fà il proprio dovere ed ama l’Italia e chi, con violenze spacconate e demagogia ama solo sè stesso e, nei fatti, se ne frega della Nazione. Matteotti era ed è un patriota; gli altri,mandanti esecutori dell’assassinio e loro “discendenti” vari, erano e restano nemici dell’Italia.
Rispetto Matteotti e condanno l’omicidio.
Ma il Socialismo Vero è uno solo ed ha come esempio l’URSS.
Le altre tipologie sono quelle create dai borghesi che volevano essere socialisti e nello stesso tempo proprietari, possidenti, latifondisti e industriali.
Se mi cita un posto dove il vero socialismo non ha portato ad una macelleria umana, io domani mi ci trasferisco e voto socialista.
Ma tornando al presente:le destre a livello globale ormai non nascondono più spiccate simpatie per il “liberale e democratico” Putin, che rispettoso del diritto com’è, come nel secolo scorso, decide di invadere e occupare territori che non gli appartengono per “combattere i nazisti” in Ucraina”
Basta pensare a un futuro in quest’ ottica per rabbrividire…