La gestrice della pizzeria Peter Pan, aveva aperto solo l’anno prima: era il 17 ottobre del 2014 quando dalla vetrina della sua attività vide arrivare non gli studenti, ma la guardia di finanza. Su ordine della procura dell’Aquila vennero così apposti i sigilli all’edificio del De Nino-Morandi. I ragazzi trasferiti a Pratola e la scuola in parte sequestrata per un’inchiesta su presunte truffe e difformità nei lavori di adeguamento sismico finita poi con la prescrizione.
Oggi la signora della pizzeria, dieci anni più vecchia, tiene in mano un cartello: “Se c’è la scuola vivo anch’io” recita, a ricordare che con quella chiusura improvvisa è stato inferto un colpo non solo agli studenti e alla scuola, ma anche al quartiere dove, oggi, quel palazzone grigio, è diventato un monumento al degrado e all’incapacità amministrativa.
Dieci anni con i soldi (4 milioni di euro) in cassa e neanche un progetto pronto, visto che l’ultimo è stato giudicato “con anomalie” e quindi da rivedere. Nessun appalto, nessun cantiere, neanche un operaio a lavoro.
I ragazzi dell’Itcg, oggi un centinaio e poco più, sono arrivati alla spicciolata questa mattina davanti ai cancelli di via Virgilia D’Andrea per celebrare il triste anniversario: nonostante non la abbiano mai vista, quella scuola, per loro, resta casa che, forse, chissà, solo le matricole riusciranno a rivedere aperta.
Che ormai alle promesse non ci crede più nessuno: “Sarò fiducioso solo quando vedrò il cantiere aperto – commenta Franco D’Amico, ex studente ed ex insegnante, che la battaglia l’ha organizzata in un Comitato – ogni volta spunta qualche problema, ogni volta non è la volta buona”.
Si uniscono alla protesta, che suona più come una commemorazione, il sindaco Di Piero, il presidente del consiglio Gerosolimo, l’assessore Berardi e i consiglieri comunali vecchi e nuovi e l’ex sindaco, Peppino Ranalli, che firmò l’ordinanza di chiusura: “Non mi aspettavo questo epilogo. Bisognava fare di più – ricorda – sia dal punto di vista amministrativo che legale. Dobbiamo fare appello oggi a tutte le forze istituzionali e non, perché la scuola sia restituita alla città”.
“Intanto abbiamo riportato la scuola a Sulmona – alza la bandierina l’attuale primo cittadino, Gianfranco Di Piero – ottenendo una leggera ripresa delle iscrizioni. Ma è evidente che bisogna riaprire questa sede, con i suoi laboratori e i suoi spazi. E’ una questione di diritto allo studio che fate bene a difendere” dice ai ragazzi.
I tempi del ritorno in via D’Andrea, però, sembrano ancora lunghi: il presidente della Provincia, Angelo Caruso, promette che a breve, corretto il “progetto anomalo”, sarà esperito l’appalto da parte del Provveditorato delle opere pubbliche e che a primavera finalmente si potrà aprire il cantiere.
Ma la litania è purtroppo nota, ascoltata troppe volte.
Nella pizzeria Peter Pan è rimasto qualche trancio da scaldare: oggi, come dieci anni fa.
Volete risolvere il problema…?
Demolite la scuola.