I grandi del mondo si riuniscono a Pescara, con il G7 dell’Economia alle porte. Evento dalla mole imponente per l’organizzazione che richiede una città blindata, che dal 21 al 25 ottobre dovrà fare i conti con strade chiuse, varchi da non poter oltrepassare dagli automobilisti e, addirittura, una zona rossa nell’area nevralgica dell’evento. Insomma, uno sforzo ingente che richiede cifre altrettanto importanti. Un milione di euro o poco più. Di questi 600.000 euro sborsati dal Comune pescarese. Il restante mezzo milione, invece, ce lo mettono tutti gli abruzzesi.
Ieri, infatti, il Consiglio Regionale ha destinato 500.000 euro di fondi alla città adriatica da utilizzare per l’organizzazione del G7 dell’Economia. Spese che, secondo le dichiarazioni dei giorni scorsi rilasciate dall’Amministrazione pescarese e regionale, sarebbero dovuta essere in appannaggio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In nessuno degli atti citati viene detto che si tratta di poste che saranno rimborsate dal Governo, quindi allo stato sono a carico di Regione e Comune.
Una spesa esosa che ha spinto il consigliere regionale Antonio Di Marco, ex presidente della Provincia di Pescara, a scrivere una lettera ad Antonio Tajani, ministro per gli Affari Esteri, nonché Vice Presidente del Consiglio dei Ministri. Una lettera spinta dalla carriera politica pregressa di Di Marco, che ne fa un esperto delle precarie condizioni che la comunità abruzzese è costretta a vivere.
“L’Abruzzo, caro Vicepresidente – scrive Di Marco (che non nasconde comunque l’onore per l’Abruzzo di ospitare l’evento) – è una regione povera, sicuramente accogliente per storia e indole e specie a fronte di un evento di calibro mondiale qual è il G7, ma con capacità limitate, sicuramente non in condizione, in questo momento, di sostenere spese al posto dell’autorità governativa.
“Decine di migliaia di persone – prosegue la lettera -vivono momenti di difficoltà ad esempio in ambito sanitario, a causa del deficit del settore, su cui sarebbe opportuno concentrare tutte le risorse possibili, affinché non venga sminuito il diritto alla salute e alla cura degli abruzzesi, 120.000 dei quali, il 9,2 per cento della nostra popolazione, proprio per difficoltà economiche, rinuncia a curarsi, come emerge anche dall’ultimo Rapporto della Fondazione Gimbe, presentato giorni fa”.
Poi lo sfogo, in un duro comunicato stampa, nel quale Di Marco rimarca le falle della Sanità regionale (“c’è gente che rinuncia a curarsi” e dell’agricoltura locale (“ci sono almeno 15.000 imprese vitivinicole piegate dall’attesa dei contributi governativi sui danni del 2023 e sulla peronospora”).
Ma i problemi sono anche legati a istruzione, aree interne e trasporti. “A causa dell’accorpamento proposto – incalza Di Marco -, tante scuole, specie nell’entroterra, perdono alunni e docenti. Nonostante i 2.500 euro di incentivi annuali riconosciuti dalla Regione a chi sceglie un borgo dell’entroterra per vivere, la gente continua ad andare via perché mancano servizi anche di emergenza per rimanere. Il sistema dei trasporti è caro e penalizzante per studenti, lavoratori e indigenti dopo gli aumenti decisi da chi governa”.
“Ci aspettavamo – conclude – che chi governa l’Abruzzo pensasse anche a questo, invece negli emendamenti approvati ieri non c’è nulla di tutto ciò, salvo, poi, trovarci quasi due milioni di euro per G7 ed Expo di Osaka, per promuovere l’Abruzzo, dicono, cioè la regione che in pochi mesi ha perso oltre 20.000 passeggeri perché la governance non è stata in grado di tenere in quota l’aeroporto. Confidiamo in una risposta del vicepremier”.
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