Numeri importanti quelli delle Giornate FAI d’Autunno appena conclusesi a Sulmona. Tremila visitatori che sabato 12 e domenica 13 ottobre hanno visitato quattro palazzi storici, alcuni dei quali eccezionalmente aperti per la prima volta ai privati.
Come Palazzo Molina in via Quatrario, un tempo appartenuto alle famiglie nobiliari De Scalis e Pietropaoli, palazzo “sconosciuto” dove per la prima volta è stato possibile ammirare il cortile medievale con l’antico pozzo. E conoscere la storia nascosta dietro gli stemmi di famiglie che hanno vissuto a Sulmona legando la loro storia a quella della città. Ma anche Palazzo Tabassi dove gli iscritti FAI hanno avuto eccezionalmente accesso agli appartamenti baronali e palazzo Alicandri Ciufelli nella cui cappella anticamente veniva “conservata” la statua della Madonna che Scappa per essere poi portata, in occasione dei riti pasquali, nella vicina chiesa di San Filippo. Novità assolute e straordinarie di luoghi che grazie al FAI hanno aperto per la prima volta le loro porte ai visitatori.
Anche la visita di Palazzo Corvi nel programma del FAI, per l’occasione aperto sia da via Roma che da vico del Vecchio, due ingressi per visitare il palazzo di origine seicentesca con i suoi affreschi e gli imponenti scaloni. Appartenuto ai Corvi che a Sulmona vollero riunire tutti i membri della famiglia in una dimora ampliata nel tempo, il palazzo ha mostrato ai visitatori i suoi pavimenti in graniglia originale con disegni zoomorfi e floreali oltre a splendidi soffitti e alla maestosa cappella.
Due giornate che hanno visto impegnate circa 25 persone nell’accogliere ed accompagnare i visitatori all’interno degli antichi palazzi. Luoghi solitamente chiusi che il FAI consente eccezionalmente di visitare nelle Giornate d’Autunno e di Primavera per ricordare che “esiste un patrimonio meno conosciuto ma altrettanto importante di quello istituzionale” come spiega la presidente della delegazione FAI di Sulmona Franca Leone. Una missione quella del Fondo Ambiente Italiano che comprende anche la cura e la conservazione di questo importante patrimonio grazie ai contributi privati raccolti dalle delegazioni FAI in tutta Italia. “Per questo è importante avere una delegazione a Sulmona” spiega la presidente Leone, un gruppo di persone che contribuiscono a valorizzare e promuovere la cultura del territorio, dalla Valle Peligna a quella Subequana, dall’Alto Sangro alla Valle del Sagittario.
Un gruppo che può contare su “collaboratori eccezionali” come i ragazzi del liceo classico Ovidio che sabato e domenica hanno fatto da “apprendisti ciceroni” accogliendo i tanti visitatori accorsi in città. Ringraziando anche il sestiere di Porta Manaresca e il sestiere di Porta Bonomini che “ci hanno aiutato a rendere più visibile la nostra iniziativa con la loro presenza nel gazebo allestito in piazza Garibaldi”, la presidente della delegazione FAI di Sulmona ricorda quanto sia importante continuare a “scoprire e conservare” le bellezze del nostro territorio, come “gli affreschi più antichi d’Abruzzo” dell’eremo di Celestino V, restaurati grazie al FAI. Prossimi appuntamenti quelli delle festività natalizie in attesa delle Giornate FAI di Primavera con altri “sconosciuti” e preziosi luoghi da scoprire.
Andrebbe fatto una volta al mese
I migliaia di disoccupati in città ringraziano per queste iniziative che risollevano il tessuto economico cittadino, pensate alle vere priorità come alzare le barricate per difendere la Marelli e farvi sentire a Roma perché portino investimenti e lavoro vero di qualità, prospettiva e quantità
Scusa, ma alle “vere” priorità chi ci dovrebbe pensare?
Quando si é giovani e ci si dovrebbe impegnare per acquisire un’istruzione di alto livello, competenze e conoscenze utili “a risollevare il tessuto economico cittadino” e si sceglie di diplomarsi a stento, o ci si laurea in discipline inflazionate e inutili, quale priorità si sta seguendo?
Difendere la Marelli? Ma é chiaro o no che l’automotive europeo é in fin di vita, che i gruppi automobilistici producono meno di un quarto della loro scala efficiente minima?
Chi investirebbe in un territorio in cui “migliaia” di disoccupati stanno ad aspettare che qualcuno li assista?
Trovare lavoro a qualcuno deve essere la priorità della collettività e non la sua? Si valutano le iniziative altrui sulla base di quanto danno da mangiare: lo stesso metro si applica alle scelte di chi pretende che gli altri facciano battaglie per conto loro?