Caso mensa, i sindacati scrivono al prefetto. Proclamato lo stato di agitazione

Hanno proclamato lo stato di agitazione sindacale a partire dalla giornata di ieri 9 ottobre “per restare al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, delle famiglie e soprattutto dei bambini e delle bambine sino alla soluzione ottimale del problema”.

Sono la CGIL, FILCAMS CGIL, e FLC CGIL che al prefetto hanno scritto una lettera per comunicare lo stato di agitazione sindacale per la vicenda mensa che a quasi un mese dall’inizio della scuola, vede alunni ed alunne delle scuole sulmonesi costretti a fare i conti con la mancata erogazione dei pasti. “Un disservizio attribuibile a ostacoli di natura amministrativa che sembra non trovare soluzione” dichiarano i sindacati sottolineando come nessuna delle date proposte per il ripristino della normalità abbia trovato riscontro.

Con la conseguenza di “un doppio disagio”, quello dell’emergenza lavorativa per gli operatori che “sospesi dal lavoro dal 31 maggio 2024, non percepiscono retribuzione” e quello delle centinaia di famiglie costrette a ricorrere al “panino portato da casa” o, nel caso della scuola dell’infanzia, a “riprendere per il tempo utile alla refezione i figli da scuola per poi riportarli a pasto casalingo concluso”. Un danno non solo per i bambini e le bambine e la loro “necessità di alimentarsi in maniera sana e bilanciata”, ma anche “del diritto allo studio e ad attività scolastiche continuative” la cui interruzione si profila, a detta dei sindacati, “come un’interruzione di pubblico servizio”. “Tutto questo in una città alla deriva”, come si legge nel comunicato delle sigle sindacali che ricordano lo stato “fatiscente” dell’edilizia scolastica in cui versano le scuole di ogni ordine e grado, una situazione cui “si risponde spesso con soluzioni tampone quanto meno fantasiose”.

Senza dimenticare le rassicurazioni che la FILCAMS CGIL aveva ricevuto nel mese di settembre da parte della ditta RICA sia sulla riassunzione del personale a tempo determinato sia “sull’ipotetica data di soluzione del 4 ottobre”. Parole cadute nel vuoto per i sindacati che, “non trovando nell’amministrazione atteggiamento adeguato alla ricerca di risposte convincenti”, si affidano allo strumento dell’agitazione sindacale. Con la speranza di trovare la soluzione ad un problema che “nasce dall’incapacità di amministrare un territorio che rischia la desertificazione per effetto di un’inarginabile spopolamento dovuto anche ad annosa inerzia amministrativa sul versante delle politiche del lavoro”.

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