Lo aveva annunciato nell’ultimo consiglio comunale il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, che avrebbe interessato del caso le massime autorità di polizia. Che per quanto lui non ne sapesse niente e non avesse responsabilità per la presenza nella biblioteca diocesana del braccio destro di Matteo Messina Denaro, Leonardo Ciaccio, avrebbe attivato chi di dovere per intensificare i controlli. Occhi aperti e orecchie dritte. Perché al di là del diritto e della legge, Ciaccio, mai pentito e condannato all’ergastolo, è un personaggio ingombrante, di quelli che non hanno mai rinnegato o si sono pentiti di far parte di Cosa Nostra.
Così domani a Sulmona si terrà il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza: una riunione convocata nel capoluogo peligno, anziché all’Aquila, proprio per dare un segno di attenzione e di presenza sul territorio.
Sarà l’occasione anche per conoscere il nuovo comandante provinciale dell’Arma, il colonnello Salvatore Del Campo, insediatosi un paio di giorni fa, che insieme al prefetto, al questore e al comandante provinciale della guardia di finanza, oltre che a quello della polizia municipale, parteciperà all’incontro.
Appuntamento alle 10,30 a palazzo San Francesco per discutere di ordine e sicurezza: la serie di furti che non hanno lasciato tregua durante l’estate, la movida e i suoi derivati, sempre argomento di stringente attualità nel fine settimana, e soprattutto il caso Ciaccio e più in generale la presenza e l’influenza che la Casa di reclusione di Sulmona, con i suoi ospiti di alta sicurezza, ha in città e non solo.
A sollevare il caso era stata qualche settimana fa la Corte d’Appello dell’Aquila che aveva fatto ricorso contro la decisione del tribunale della Libertà di concedere a Ciaccio la semilibertà per buona condotta: uscite programmate dal carcere di Sulmona dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 di cui in realtà il mafioso, dopo venti anni di detenzione, usufruisce già da maggio scorso. Un lavoro volontario tra i libri della biblioteca diocesana che ha provocato reazioni anche istituzionali.
La vicenda, infatti, era stata portata con una domanda di attualità nell’ultimo consiglio comunale dalla consigliera Teresa Nannarone che ancora qualche giorno fa invitava a non mettere nel dimenticatoio la questione.
Domani se ne tornerà a parlare, soprattutto per fare in modo che l’attività del detenuto resti solo quella di bibliotecario.
“Si è sempre benvenuti a Sulmona, città ospitale languida e dolcissima,rinserrata e dilagante dentro ed oltre la sequela delle porte antiche…
Cuore,passione e nostalgia, tenera madre che ha generato una discendenza innumerevole di contadini, di pastori,di terrazzieri,di artigiani, di professionisti…patrià di tanta civilissima tolleranza, ma anche di ribellioni sdegnose e beffarde contro la legge del sopruso e della rassegnazione…
Si é sempre benvenuti a Sulmona per vivere, nell’accogliente silenzio di ricordi, di suggestioni evocati dalla natura, dai paesaggi, dai monumenti,dalle lapidi di indimenticabili magistrati e umanisti e filosofi e soprattutto dallo spirito della poesia ovidiana e dalla gloria della santità Celestina a, nel mezzo,come al centro di una sapiente amicizia, di solidale, chiassosa, confidenziale cordialità”
(GIUSEPPE BOLINO)
Lei ha citato un passo di uno scritto del prof bolino che mi torna in mente quando torno a sulmona e arrivo dalle curve di popoli e vedo la valle peligni. Mi ha fatto piacere e commuovere, grazie!!! Un grande uomo di cultura.
Scusate, il commento era riferito all’articolo “Il fascino di Sulmona nell’Italia ad altra velocità” di Fabio Bertino.
“Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”
Giovanni Falcone