Roccaraso, abuso d’ufficio e falso ideologico: chiesto il rinvio a giudizio per sindaco e sette ex consiglieri

Chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Di Donato, sindaco del Comune di Roccaraso, e per altri sedici imputati con le accuse, a vario titolo, di abuso d’ufficio e falsità ideologica. Tra questi, anche sette EX consiglieri comunali (Monica Oddis, Daniela Cipriani, Domenico Cordisco, Giuliano Chiaverini, Ippolito Giancola, Giuliano Bucci e Patrizia Olivieri).

La vicenda per la quale il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, ha chiesto il rinvio a giudizio, risale al 27 febbraio 2020. Una vendita di una porzione di terreno, la quale risulta nel piano regolatore adibita a parcheggio. Ciò che la Procura contesta a Di Donato e a parte del consiglio comunale dell’epoca, è l’abuso d’ufficio, oltre al falso in atto pubblico, per il voto favorevole alla delibera che ha delineato l’alienazione del terreno, attestando falsamente che l’istanza di acquisto fosse meritevole di essere accolta.

La dichiarazione della superficie di cubatura che non corrisponde a quella reale per edificare ha portato diciassette persone al centro dell’inchiesta, con l’udienza preliminare fissata per il 26 novembre. Tra loro anche Stefano e Carlo Ferrante, proprietari delle particelle di terreno. Avrebbero attestato che, in conseguenza di esproprio, era stata compromessa l’edificabilità.

Nel registro compaiono i nomi di Donato D’Ercole, (il progettista che aveva presentato la domanda di permesso a costruire), di Paolo Di Guglielmo, il responsabile a tempo dell’ufficio unico edilizia del Comune di Roccaraso, Alessandro Cantile, Alfonso Cantile e Francesca Armanetti, esecutori delle opere strutturali. Compare anche Stefano Gagliardi (l’acquirente= e il responsabile ad interim dell’area tecnica, Antonio Caruso, accusato di favoreggiamento per aver dichiarato che la procedura era conforme alla legge.

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