Revenge porn, tentata estorsione, violenza sessuale e simulazione di reato: sono accuse pesanti quelle che la procura della Repubblica del tribunale di Sulmona contesta all’ex comandante della polizia municipale del capoluogo peligno, da qualche anno trasferitosi a Scafa, Leonardo Mercurio. Il sostituto procuratore Edoardo Mariotti ha infatti chiesto ieri il rinvio a giudizio del sessantenne che entro il prossimo 12 dicembre, data fissata per l’udienza preliminare, dovrà convincere il giudice della sua estraneità ai fatti – così sostiene la difesa – per evitare il processo. Per questo il legale del comandante, Massimo Zambelli, sta effettuando indagini difensive, dalle quali emergerebbero molte discrepanze con la ricostruzione fatta dagli inquirenti.
Le accuse mosse, d’altro canto, sono pesantissime: secondo la procura Mercurio avrebbe filmato, all’insaputa della sua ex compagna, i loro rapporti sessuali per poi far recapitare in una pennetta usb il filmato alla sorella della presunta vittima, con un invito-messaggio a mantenere la rispettabilità della famiglia.
Più grave la contestazione della tentata estorsione, secondo la quale il poliziotto avrebbe richiesto prestazioni sessuali orali alla sua ex, per ripagarlo di un prestito in denaro fattole in passato. Una specie di contratto, con un prezzario per ogni prestazione, che sarebbe stato, secondo la difesa, proposto dalla stessa donna e che sarebbe stato condizionato ad un patto di riservatezza.
Mercurio avrebbe poi preteso una prestazione sessuale orale (di qui l’accusa di violenza sessuale) dalla sua ex mentre erano in auto, sfrecciando sulla quattro corsie di Sulmona. Episodio questo che, sostiene la difesa, non ha riscontri con le celle telefoniche, perché quel giorno l’imputato si trovava a Popoli e non a Sulmona.
Infine la contestazione di simulazione di reato: secondo la procura Mercurio avrebbe denunciato il furto di due hard disk dalla sua auto che contenevano video di rapporti intimi tra lui e la donna, ma che gli inquirenti, durante le perquisizioni, trovarono invece nella cassaforte del suo ufficio di Scafa.
La donna dal canto suo è stata denunciata da Mercurio per averlo aggredito con uno spray al peperoncino.
I fatti risalirebbero ad ottobre dello scorso anno, quando la donna, che aveva deciso di interrompere la relazione, presentò una denuncia alle forze dell’ordine, facendo scattare l’inchiesta che portò alla perquisizione e al sequestro di telefoni e computer in dotazione ad entrambi. Su alcuni di essi, però, alcune conversazioni risultavano cancellate e per questo è stata necessaria una perizia per ricostruire i rapporti tra i due e soprattutto contestualizzarli nella loro relazione.
Tutti elementi che andranno ora valutati dal giudice per le udienze preliminari che il 12 dicembre dovrà decidere se a carico dell’ex comandante si dovrà procedere con un processo.
Che la giustizia faccia il suo corso e che si accertino le responsabilità.
Male non fare e paura non dovrai avere… Quello che per te non vuoi ad altri non fare… Chi di spada ferisce di spada perisce…
Per un vigile così, ai semafori basterebbero solo le luci rosse…