Il termine scadrà oggi alla mezzanotte, ma sembra che al momento ci sia solo una domanda sul tavolo del Consorzio di bonifica interno di Pratola Peligna. Eventualità che potrebbe rendere vano il concorso, il primo indetto dall’ente per il ruolo. Eppure il posto è di quelli di vertice: direttore unico per cinque anni. Ruolo ricoperto fino ad aprile scorso da Giuseppe Sciullo a 130mila euro annui. La posizione prevede un rapporto quinquennale secondo contratto nazionale di lavoro: 80mila euro l’anno che, paradossalmente, faranno risparmiare il Consorzio che di risparmiare ha un gran bisogno vista la situazione finanziaria. Migliorata dopo il commissariamento, ma tutt’altro che risolta.
Anzi: il nuovo Cda sta procedendo al riaccertamento dei crediti e dei debiti e, considerando i crediti inesigibili, molti risalenti a quasi un decennio fa, il disavanzo è destinato a passare da poco meno di 390mila euro del bilancio scorso, a milioni di euro. Due e mezzo è il calcolo approssimativo fatto dal presidente Maurizio Monaco.
“Ci sono crediti che vanno ben oltre i cinque anni di prescrizione e altri che sono vantati verso società fallite – spiega il presidente – vogliamo rimettere in ordine i conti, anche per dare alla Regione un quadro più preciso, considerando che occorre fare investimenti importanti”.
In realtà 1,2 milioni di debiti sono già stati rateizzati fino al 2030: un prestito da restituire alla Regione, i soldi dovuti all’Enel, all’Inps e all’Agenzia delle entrate. Il resto sono quasi tutti crediti che non rientreranno.
Sarà anche per questo che il posto da direttore al Consorzio non sembra così ambito, senza contare che i requisiti richiesti dal bando sono molto stringenti: su tutti il fatto di aver ricoperto incarichi da dirigente per almeno cinque anni in un Consorzio di bonifica o presso enti pubblici o organismi di diritto privato di medie/grandi dimensioni. Il che riduce di molto la rosa, molto più della laurea richiesta in Giurisprudenza o Economia e Commercio o Ingegneria o Scienze Agronomiche e Forestali.
Da gestire il futuro direttore avrà 9 dipendenti fissi e 17 stagionali, ma soprattutto un ente da rimettere in piedi e una rete che ha bisogno di investimenti milionari, oltre alla siccità che ormai d’estate non è più evento occasionale.
Sono disponibile
Conosco molto bene le attività dei Consorzio,ne ho fatto parte attiva per un breve periodo,modificando radicalmente le abitudini di produrre progetti inutili,non realizzarli e pagare i progettisti ed in particolare un rinomato prof. Accademico che ne aveva realizzati tanti che le sue parcelle copridivano un periodo di circa trent anni . Una storia lunga che ha portato debiti e direttori tecnici e amministrativi finalizzati a fare politica senza mai guardare al futuro agricolo sperimentale del nostro territorio . Più che di un direttore abbiamo bisogno di un programma regionale,nazionale
o comunitario per trasformasse il nostro “deserto” agricolo Sud
Salento in quale cosa che produca reddito.Sono scampoli di prosa .Auguri