Cogesa, incontro con gli advisor: correzioni e ostacoli sul piano di ristrutturazione

Ore di confronto con l’impegno di una verifica a stretto giro, per capire come e dove intervenire sul piano di ristrutturazione di Cogesa. Perché si riesca a compiere, nonostante gli imprevisti, che imprevisti in realtà non erano. A partire dalla capacità e dalla volontà dei Comuni di onorare i propri debiti.

Questa mattina l’amministratore unico della partecipata, Nicola Sposetti, ha incontrato gli advisor del piano, spiegando che non tutti gli anelli sono affilati e che, per forza di cose, bisognerà rimediare e aggiustare la mira.

In che modo e con quali margini di manovra, che comunque resta disegnata sul tracciato approvato dal tribunale, bisognerà vedere.

Certo è che degli 8 milioni di euro di crediti da recuperare, finora, in cinque mesi, ne sono stati incassati 2,4: gli altri bisognerebbe riscuoterli nel prossimo anno e mezzo, obiettivo che, anche ad essere ottimisti, difficilmente potrà essere centrato.

Anche perché una parte – consistente – di questi (circa 2 milioni) è appesa ad una causa con Asm che si discuterà a fine settembre.

Senza cassa, d’altronde, non si possono avviare gli investimenti, fondamentali per rendere sostenibile la società e la gestione della discarica. Prescrizione dell’Arta comprese.

E poi c’è il nodo, tutt’altro che facile da sciogliere, delle vertenze sindacali: 53 cause di lavoro che Cogesa rischia di perdere e che potrebbero costare – trattandosi di scatti professionali – 600mila euro l’anno a regime da aggiungere alla voce del personale. A questi bisognerebbe aggiungere i 500mila euro di salari pregressi da riconoscere, su cui, tuttavia, è possibile una transazione anche a zero. Così almeno per 17 di questi, per i quali Sposetti avrebbe già raggiunto un accordo “a costo zero”, salvo ovviamente il riconoscimento dello scatto professionale.

“Per analizzare tutte le posizioni ci vuole tempo” spiega l’amministratore unico, che alla riunione del Controllo analogo convocata per il prossimo 6 settembre, non potrà portare, come richiesto dai sindaci-soci, una relazione sul quadro d’insieme.

“Ai sindaci-soci illustrerò anche le criticità affrontate con gli advisor – spiega – per rimettere in piedi Cogesa ci vuole la collaborazione di tutti”.

12 Commenti su "Cogesa, incontro con gli advisor: correzioni e ostacoli sul piano di ristrutturazione"

  1. Chiudere e basta.

    • E Tutti i soldi dovuti? I soldi delle tari? Speriamo arriva un privato po sci lu prim a piagn

      • Farla finita con questa ignobile pagliacciata di miseria e povertà.

        • È arrivato lo scienziato. Chiudi mandi a casa 170 dipendenti, a proposito di povertà, e vabbè e poi fai gestire a un altro che ti raddoppia i costi e nel caso in cui lo riprendesse il comune i costi sarebbero 4 volte a rischio che fallisce il comune stesso. Quando si parla sarebbe utile accendere il cervello

          • Per il bene di tutti | 28 Agosto 2024 at 08:55 |

            Se per dare lavoro a 170 persone (ricattare dalla politica) devo riempire Sulmona di immondizia da tutta l’Italia… preferìsco che chiuda !

          • Dire che 170 persone sono ricattate dalla politica oltre che falso è offensivo per le persone stesse che giornalmente svolgono il proprio lavoro onestamente. Che la discarica accolga immondizia da tutta Italia è una falsità. Sé queste sono le vostre argomentazioni, false e offensive, siamo messi male. Non si discute del destino del secondo datore di lavoro cittadino sulla base di mistificazioni serve serietà. Poi si commenta altro articolo sullo spopolamento locale sparando colpe a minchia e non riflettendo che sono proprio certi ragionamenti che stanno impoverendo la zona che spingono le persone ad andarsene perché qui non c’è futuro. Ma contenti voi contenti tutti

          • Stato e gli altri enti pubblici hanno sempre stranamente avuto scarsa attitudine alla gestione di aziende industriali o agricole che siano. Questo sicuramente a causa del richiamo della facile corruzione. Le aziende debbono stare nel mercato e debbono risponde con attinenza alle regole concorrenziali del
            libero mercato. Se sei sostenuto da una politica corrotta che ti ripianare i debiti con le tasse addizionali, come per Alitalia o la sanità della regione Abruzzo è naturale l’interesse dei gestori di far uscire le casse quanto più denaro possibile, a favore dei propri compari, con appalti triplicati o con assunzioni a pagamento, tanto poi, in ultimo, arriverà, invece della condanna a 30 anni come negli USA, il ripiano dei debiti con il denaro versato dal lavoro onesto e produttivo degli italiani che lavorano nei settori economici privati, nelle fabbriche nelle officine nei cantieri nei campi agricoli nei trasporti stradali, nei lavori del mare etc. etc.

  2. Stato e gli altri enti pubblici hanno sempre stranamente avuto scarsa attitudine alla gestione di aziende industriali o agricole che siano. Questo sicuramente a causa del richiamo della facile corruzione. Le aziende debbono stare nel mercato e debbono risponde con attinenza alle regole concorrenziali del
    libero mercato. Se sei sostenuto da una politica corrotta che ti ripiana i debiti con le tasse addizionali, come per Alitalia o la sanità della regione Abruzzo è naturale l’interesse dei gestori di far uscire dalle casse quanto più denaro possibile, a favore dei propri compari, con i più strampalato appalti di valore triplicato o con assunzioni a pagamento, tanto poi, in ultimo, arriverà, invece della condanna a 30 anni come negli USA, il ripiano dei debiti con il denaro versato dal lavoro onesto e produttivo degli italiani che lavorano nei settori economici privati: nelle fabbriche, nelle officine, nei cantieri, nei campi agricoli, nei trasporti stradali, nei lavori del mare etc. etc.

    • Che non è proprio il caso di Cogesa. Sul resto siamo ai luoghi comuni che nulla hanno a che fare con la discussione in corso. La corruzione nel caso in questione non esiste appalti triplicati o quanto altro non sono così facili come 30 anni fa e non è il caso di cogesa. Quindi stiamo parlando a vanvera di tempi fortunatamente andati e che nulla hanno a che fare con l’articolo. Il debito sono i comuni che non pagano i servizi della loro partecipata non li pagano da anno in alcuni casi li contestano in altri ancora affidano servizi ad altre società e non alla loro in alcuni casi, uno, sono soci ma hanno affidati il servizio ad altro. Questa la verità. Il resto sono le solite stantie lamentele italiane della gente che è rimasta al “piove governo ladro” come se la politica fosse corrotta e i cittadini tutti onesti pagatori di tasse e non truffaldini e come se il debito italiano fossero ruberie e non anche spese di cui hanno usufruito i cittadini, vedasi capitolo pensioni, che stanno pagando e pagheranno ancora i giovani

  3. Chiarezza e pulizia | 28 Agosto 2024 at 10:27 | Rispondi

    170 lavoratori è un numero congruo o sovradimensionato? Come sono stati assunti e da chi? Le assunzioni si fanno in base alle necessità dell’azienda, come mai si è arrivati a ben 53 vertenze sindacali?
    L’attuale (dis)servizio quotidiano di raccolta è sotto gli occhi di tutti. Cosa ancora più grave e che all’aumentare dei costi e degli addetti è diminuita drasticamente la qualità del servizio.
    La chicca è che tutto questo teatrino rimarrà in piedi così com’è e senza colpevoli…l’unica cosa certa è chi pagherà questo teatrino/carrozzone

    • Chiarenza e polizia | 28 Agosto 2024 at 11:16 | Rispondi

      Sul numero dei lavoratori non so. Sulle vertenze basta leggere articoli di questa testata. Sui criteri e sulle modalità di assunzione funziona come nel privato, avviso pubblico di apertura selezioni, poi si possono fare concorsi o meno.
      L’attuale servizio di raccolta è migliorabile ma è nella media italiana. Quello che non si capisce che il numero di ritiri li stabilisce il comune in funzione delle spese che vuole sostenere (e si spera pagare). Quindi il cogesa sul calendario ritiri non c’entra nulla. Sulla qualità del servizio ha espresso la sua opinione, ma non la condivido l’unica cosa che è cambiata è la frequenza dei ritiri ma questi dipendono dai comuni non dalla società. Quindi smettiamola di demonizzare una società locale, salvo poi elogiare come sempre realtà forestiere, buttando merda su una società che dà a lavoro a molte persone, il secondo datore di lavoro, e che se chiude come voi auspicate con la Magneti Marelli prossima a chiudere avete desertificato lavorativamente ed economicamente una zona, impoverendola. Quindi prima di sparare le solite sentenze qualunquiste ragionate sulle conseguenze dei vostri desideri e finiamola con la stronzata che si vive di turismo. Nessuna realtà vive solo di turismo e sicuramente non può farlo Sulmona che ha un turismo povero del mordi e fuggi. Non sostituisci 170 posti del,cogesa e 400 della Magneti Marelli aprendo 600 b&b, affitta camere bar o ristoranti.

      • Chiarezza e pulizia | 28 Agosto 2024 at 13:59 | Rispondi

        Io sono per far vivere e prosperare le aziende locali, ma se l’azienda viene gestita male è giusto che gli amministratori pagano di tasca loro. Faccio un esempio così si capisce bene il concetto.
        Se assumo un netturbino è perché ho bisogno di un netturbino…se poi però melo ritrovo dirigente ci sarà qualcuno che ha sbagliato o no?
        È vero o non è vero che prima, in estate c’erano 3 ritiri per l’organico?
        Di chi è colpa non mi interessa, è o non è un peggioramento del servizio? la tari (aumentata) comunque la pago come tutti e non è che detraggo il disservizio.

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