Prima era un edificio fantasma solo sulla carta, ora lo è diventato anche materialmente. Lo spazio di via stazione Introdacqua, occupato abusivamente per dieci anni da una fantomatica associazione, è ormai ridotto ai minimi termini. Oggetto di continui atti di vandalismo, gli ultimi risalenti ad un paio di settimane fa che hanno portato i vandali questa volta a rompere una finestra ed entrare all’interno della struttura. Sedie, credenze e tavoli distrutti, e poi l’immondizia, le bottiglie lasciate dopo i bagordi e i resti dei festini. L’immobile, con annesso campetto di calcio, era stato liberato lo scorso anno con un’azione legale del Comune che aveva cacciato gli abusivi che per dieci anni avevano occupato lo stabile senza pagare un euro di affitto e trasformandolo in uno spazio privato, dove si facevano feste, si giocava a carte, si facevano corsi di cucito. L’idea, annunciata dall’allora assessore D’Andrea, che aveva anche presentato un esposto in procura, era quella di darlo in affidamento ad associazioni del terzo settore: da chi si occupa di sclerosi multipla, all’Avis, al centro anziani. L’uso dello spazio in cambio della supervisione del campetto sportivo che i ragazzi avrebbero potuto utilizzare gratuitamente, ma sotto la gestione di chi apriva e chiudeva, previa una messa a norma dello stesso. A distanza di un anno dall’annuncio, però, tutto si è fermato: l’immobile è ritornato al Comune che nel frattempo non è riuscito ad affidarlo, lasciandolo alla mercé dei vandali di turno.
Un percorso per molti versi simile a quello dell’ex ristorante da Pasquale all’Incoronata, dove il ristoratore che occupava abusivamente i locali venne cacciato dal Comune dopo un lungo contenzioso e lo spazio lasciato in abbandono. Con l’aggravante, in questo caso, delle condizioni in cui l’immobile era stato rilasciato, con il ristoratore che aveva sradicato porte e finestre, nonostante avesse un debito considerevole nei confronti del Comune.
Un patrimonio pubblico senza cura e progettazione, tanto che viene da chiedersi se non era meglio lasciarlo agli abusivi.
E poi ci sarebbe l’ex Liceo Scientifico nei pressi della Villa Comunale. La Villa stessa ridotta da vergognarsi…..In effetti c’è da chiedersi se non fosse stato meglio lasciare questi immobili ai precedenti occupanti.
Ma si può essere così sciattamente maldestri dopo aver accettato di ricoprire ruoli di rilievo nell’Amministrazione della città??
Per onestà va detto che i precedenti occupanti sono stati sfrattati perché non pagavano o non pagavano il giusto quindi toglierli mi sembra scelta corretta e comunque non l’ha fatta questa amministrazione ma credo la precedente. E addossare tutta la responsabilità a questa amministrazione è ingiusto e strumentale. Ovviamente ha la sua parte di responsabilità perché se i precedenti l’hanno lasciata all’incuria gli attuali non hanno invertito le cose. Ma opposizione e maggioranza attuale su questo condividono le responsabilità e nessuno si può permettere di rinfacciare nulla. Certo è che servirebbe una politica seria sul come utilizzare tutti,quegli immobili abbandonati. Anche se poi una volta che si decide di darli a chi li chiede la gente ha sempre da ridire. Vedesi asilo abbandonato dato a un borgo, che a sue spese lo ha ristrutturato. Ma se l’amministrazione attuale latita in azioni ed idee quelli che dall’opposizione si candidano ad essere l’alternativa non è che brillano in proposte e idee. Si limitano a polemizzare su cene post e chi vota chi. Qua è tutta là politica locale priva di visione e idee anche quelli che ogni tanto si professano santoni salvifici.
Storie di ordinaria sulmonesita’.
si lasciamo tutto agli abusivi, non paghiamo più le tasse,eliminiamo la magistratura,le forze armate,polizia, carabinieri,guardia di finanza ecc.ecc almeno ognuno fa quello che …. vuole….W l’Italia e gli Italiani…
L’unica salvezza è diventare frazione di uno dei tanti paesi del circondario che funzionano benissimo.
L’ art. 71 del Codice del terzo settore (D. Legislativo 3.7.2017 n.117) così recita:
1. Le sedi degli enti del Terzo settore e i locali in cui si svolgono le relative attività istituzionali, purché non di tipo produttivo, sono compatibili con tutte le destinazioni d’uso omogenee previste dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 2 aprile 1968 n. 1444 e simili, indipendentemente dalla destinazione urbanistica.
2. Lo Stato, le Regioni e Province autonome e gli Enti locali possono concedere in comodato beni mobili ed immobili di loro proprietà, non utilizzati per fini istituzionali, agli enti del Terzo settore, ad eccezione delle imprese sociali, per lo svolgimento delle loro attività istituzionali. La cessione in comodato ha una durata massima di trent’anni, nel corso dei quali l’ente concessionario ha l’onere di effettuare sull’immobile, a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell’immobile.
3. I beni culturali immobili di proprietà dello Stato, delle regioni, degli enti locali e degli altri enti pubblici, per l’uso dei quali attualmente non è corrisposto alcun canone e che richiedono interventi di restauro, possono essere dati in concessione a enti del terzo settore, che svolgono le attività indicate all’articolo 5, comma 1, lettere f), i), k), o z) con pagamento di un canone agevolato, determinato dalle amministrazioni interessate, ai fini della riqualificazione e riconversione dei medesimi beni tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione a spese del concessionario, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento delle attività indicate, ferme restando le disposizioni contenute nel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. La concessione d’uso è finalizzata alla realizzazione di un progetto di gestione del bene che ne assicuri la corretta conservazione, nonché l’apertura alla pubblica fruizione e la migliore valorizzazione. Dal canone di concessione vengono detratte le spese sostenute dal concessionario per gli interventi indicati nel primo periodo entro il limite massimo del canone stesso. L’individuazione del concessionario avviene mediante le procedure semplificate di cui all’articolo 151, comma 3, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. Le concessioni di cui al presente comma sono assegnate per un periodo di tempo commisurato al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e comunque non eccedente i 50 anni.
4. Per concorrere al finanziamento di programmi di costruzione, di recupero, di restauro, di adattamento, di adeguamento alle norme di sicurezza e di straordinaria manutenzione di strutture o edifici da utilizzare per le finalità di cui al comma 1, per la dotazione delle relative attrezzature e per la loro gestione, gli enti del Terzo settore sono ammessi ad usufruire, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, al ricorrere dei presupposti e in condizioni di parità con gli altri aspiranti, di tutte le facilitazioni o agevolazioni previste per i privati, in particolare per quanto attiene all’accesso al credito agevolato.
… anche per rispondere a ANTONIO.
bene,la politica con politicialtroni sono sempre colpevoli,incapaci,inconcludenti, inutili agli scopi/benefici di cui gli interessi dei Contribuenti,le responsabilita’ del disastro anche dei dirigenti/funzionari della pubblica amministrazione che fanno finta di niente,nel caso il dirigente ripartizione chi e’? I doveri/obblighi d’ufficio ? Diligenza, obbedienza e fedeltà? Tutto regolare nel pieno rispetto delle disposizioni di Legge? Responsabilita’ erariali organizzazione uffici? Per danni economici cattiva gestione patrimonio immobiliare pubblico, la Corte dei Conti che dice? Le sentenze stabiliscono cosa? Tanti i provvedimenti/sentenze sulle responsabilita’,le attuali Disposizioni puniscono anche la negligenza,quindi rispetto delle regole/Leggi o ognuno libero di fare cio’ che meglio crede? Legalita’ diffusa per uscire dalla palude,e basta, ono?
La politica avrà le sue colpe nel non averlo assegnato ma anche la cd società civile che tanto predica e tuona contro la,politica non è messa meglio. Perché se non si assegna un immobile non sta scritto da nessuna parte che cittadini lo vanno a vandalizzare. Il senso civico non lo si può pretendere sempre e solo dagli altri idem la cd legalità e onestà. È sempre la società civile è quella che prende in affidamento un locale per determinate attività e poi non paga l’affitto e lo trasforma in una balera. Qua i cialtroni non sono solo i politici sempre più spesso sono i cittadini e a forza di fare ste sparate per cui piove governo ladro i ladri alla fine sono diventati altri su cui però nessuno dice nulla. Chissà perché