“Interesseremo a breve il prefetto dell’Aquila attivando al contempo tutte le azioni sindacali e legali a difesa dei cittadini e delle cittadine dell’Alto Sangro”.
Non usano mezzi termini la CGIL L’Aquila, il Comitato cittadini e territorio Ponte del Giovenco e l’Osservatorio Sanità Alto Sangro che in un comunicato congiunto tornano a denunciare l’assenza del medico del 118 nel territorio dell’Alto Sangro proprio quando, in piena stagione estiva, ve ne sarebbe maggiormente bisogno. Chiamano in causa anche le istituzioni, sindaci e sindache dei Comuni dell’Alto Sangro affinché “facciano sentire la loro voce con la richiesta di convocazione urgente del Comitato ristretto dei sindaci della ASL 1” per affrontare una situazione divenuta ormai intollerabile.
A scatenare la reazione degli scriventi, la decisione dell’azienda sanitaria di garantire, per il mese di agosto, la presenza del medico del 118 “solo per dieci giorni, lasciando per tutto il resto del mese i turni scoperti”. Una situazione che si protrae ormai da anni compromettendo il diritto alla salute di tutti i cittadini residenti nei comuni del PNALM nonché di turisti e visitatori.
Una carenza di personale che unitamente alla “demedicalizzazione” dell’ambulanza del 118 “accentua l’isolamento dei Comuni delle aree interne” dove proprio le postazioni del 118 rappresentano l’unico presidio sanitario di emergenza. Un presidio che, continua il comunicato, “avrebbe dovuto essere rafforzato” da quella ASL 1 che invece “è rimasta inerte” con la conseguenza di privare ancora una volta i cittadini e le cittadine dell’Alto Sangro dei servizi sanitari essenziali.
“Una comunità mortificata dall’incapacità di trovare soluzioni adeguate al territorio” denunciano gli scriventi dove a prevalere sono i “sentimenti di sconcerto, rabbia e precarietà” per l’assenza di quelle attenzioni tante volte richieste. Attenzioni quanto mai necessarie in questo periodo dell’anno quando si impone la necessità di “provvedimenti urgenti per garantire prestazioni omogenee e continue su tutto il territorio della provincia dell’Aquila” soprattutto per quanto riguarda la tempestività dell’intervento in “un’area molto distante dal primo presidio ospedaliero utile”. E a nulla sono valse le denunce pubbliche, le manifestazioni e raccolte firme “che hanno visto una straordinaria partecipazione degli abitanti dei Comuni del Parco” se ancora oggi, a distanza di tre anni, le circostanze non cambiano.
Non resta quindi che rivolgersi alle istituzioni, concludono CGIL L’Aquila, il Comitato cittadini e territorio Ponte del Giovenco e l’Osservatorio Sanità Alto Sangro che al prefetto chiederanno di intervenire affinché venga rispettato il diritto di “accedere liberamente e gratuitamente alle cure”, diritto costituzionalmente riconosciuto a tutti “indipendentemente dal luogo di nascita e/o di residenza”.
Ma ora ci sta la squadretta da mezza classifica, che ci importa di questi problemi. In alto sangro avete votato marzilio, e mo’ che volete