Trasporto pubblico regionale, Cgil: “Coprire il buco con i fondi della legge mancia”

Utilizzare la “legge mancia” per potenziare il trasporto pubblico locale. E’ la proposta avanzata dalla Cgil per dirottare i fondi della norma approvata lo scorso 28 dicembre dal Consiglio regionale, che ha portato all’elargizione di contributi a circa 2.300 soggetti tra associazioni, istituzioni ed enti. Una legge ambigua, usata come “mancia” elettorale” (da quei il soprannome) secondo la coalizione del centrosinistra in Consiglio Regionale, “Patto per l’Abruzzo”. A finire nelle tasche delle associazioni, e non solo, sono stati 18 milioni di euro. Fondi distribuiti senza un vero e proprio criterio, in spregio all’articolo 81 che sancisce con la massima chiarezza che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.

Da qui l’ipotesi avanzata da Carmine Ranieri (Segretario Generale Cgil Abruzzo Molise), Franco Rolandi (Segretario Regionale Cgil Abruzzo Molise – Responsabile Infrastrutture trasporti) e Aurelio Di Eugenio (Segretario Generale Filt Cgil Abruzzo Molise) di utilizzare quei fondi per coprire, in pare, il buco che interessa il trasporto pubblico regionale. Anche perché, come evidenziato dalla Cgil, la consistenza del fondo regionale si sta dimostrando negli anni sempre più insufficiente a cominciare dall’inadeguatezza della componente statale. Il Fondo nazionale infatti ha previsto di erogare per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro a fronte di almeno 6 miliardi necessari per finanziare adeguatamente il settore e di queste risorse nazionali appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo.

E le cose non vanno meglio rispetto alle risorse proveniente dal bilancio regionale: a fronte di un fabbisogno stimabile per il trasporto pubblico locale di almeno 65 milioni di euro, la Regione Abruzzo ha previsionalmente previsto nel proprio bilancio risorse decisamente inferiori; mancherebbero all’appello infatti circa 7 milioni di euro.

A rimetterci, di tasca propria, è l’utenza, con un amento tariffario su biglietti e abbonamenti pari al 20% dallo scorso luglio, come deciso dalla Giunta Regionale. In alcuni servizi suburbani le tratte raggiungono anche il 38%. L’esempio lampante è la Teramo – Martinsicuro, passata da 3,40 euro a 4,70 euro. Aumenti anche nel trasporto ferroviario, con la stessa Giunta Marsilio ha concordato con Trenitalia, prevedendo nel Contratto di Servizio un aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto di servizio, cioè il 2033. Il che significa per i pendolari abruzzesi che sceglieranno di viaggiare in treno, un incremento complessivo del 35% rispetto alla spesa attuale del biglietto o dell’abbonamento che si acquista.

La Cgil e la Filt alla vigilia del Consiglio regionale che all’ordine del giorno dovrebbe prevedere l’assestamento del bilancio di previsione 2024/2026, tornano a rilanciare nuove proposte per ovviare ai deleteri aumenti tariffari e contestualmente a scongiurare probabili tagli ai servizi di trasporto pubblico. Anzitutto l’azzeramento degli aumenti tariffari previsti nel settore del trasporto pubblico, utilizzando i 18 milioni di euro della “Legge Mancia”.

Poi la richiesta di interloquire con il Governo, affinché sia lo stato ad adeguare urgentemente al tasso d’inflazione il previsto Fondo Nazionale dei trasporti con il quale si distribuiscono le risorse per il trasporto locale alle regioni a statuto ordinario.

“Il fondo eroga per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro – scrive il sindacato – (e ne occorrerebbero almeno 6 per finanziare adeguatamente il settore) e di queste risorse appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo. Risorse insufficiente per una Regione dove persistono aree interne e spopolamento”.

Tra le altre, la richiesta di estensione su base regionale dei benefici del biglietto unico e l’introduzione di agevolazioni tariffarie e finanche la gratuità del trasporto pubblico per i cittadini a basso reddito e in generale per tutti gli studenti che frequentano istituti scolastici abruzzesi.

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