Se Celestino trovasse pace

Torneranno a Sulmona per celebrare la pace ritrovata, nel nome e nell’eremo di Celestino V: il giornalista e scrittore Paolo Mieli e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana) lo hanno promesso ieri davanti al pubblico presente nella chiesa dell’Abbazia Celestiniana, in occasione del secondo appuntamento delle “Capitali celestiniane della pace” abbinato alla Giostra Europea in programma sabato prossimo.

Una promessa e un impegno quello dei due ospiti (il cardinale in remoto) che sprizzano eccessivo ottimismo, non si sa se più per la speranza che Ucraina e Russia trovino un accordo o se per quella che l’eremo di Celestino V riapra per quella data. Quando e se sarà.

Perché per il momento, Sant’Onofrio, lo chalet e tutto il resto, restano chiusi e senza una gestione. L’eremo viene aperto in realtà il sabato e la domenica grazie al volontariato del “custode”, ma la struttura è comunque solo in parte visitabile, perché la cappella è di fatto chiusa, sospesa nel cantiere del restauro degli affreschi finanziati dal Fai e fermatisi, a quanto sembra, per mancanza di soldi. Il sentiero che porta su, poi, dovrebbe anch’esso tornare ad essere cantiere attivo da oggi, dopo lo stop imposto dal Parco Maiella per favorire la riproduzione di specie protette. In teoria, fino a fine lavori, non praticabile, anche se il 16 agosto è prevista la tradizionale fiaccolata che porterà alla Perdonanza. Senza usare lo chalet, di certo, che ad oggi manca ancora dell’agibilità.

Non va meglio, anzi va peggio, per quanto riguarda la gestione del sito: il progetto di partenariato proposto dall’associazione Celestiniana e dalla Fondazione per il Morrone, resta sospeso e silente nei cassetti del Comune senza un euro di budget. Il Comune avrebbe dovuto impegnarsi per la sua metà con i partner per 10mila euro, ma sulla voce di bilancio non ci sono soldi. Uno dei motivi per i quali, tra l’altro, l’assessore alla Cultura e Turismo Andrea Ramunno si è dimesso l’altro giorno.

Dopo tanti anni di diaspora, grazie anche al progetto della Fondazione Carispaq, Sulmona ha ottenuto un riconoscimento e un ruolo dall’Aquila, nella paternità e nella figura di Celestino V, tant’è che il 22 agosto l’associazione Celestiniana è stata invitata nel capoluogo per parlare del progetto di partenariato con cui realizzare il Parco culturale di Celestino V. Incontro al quale, probabilmente, l’associazione non andrà con uno straccio di accordo in mano.

Paolo Mieli, che per tre volte ha sottolineato ieri come Sulmona sia una delle poche città in Italia ad avere un sindaco colto, tutto questo forse non lo sa. Abituato a raccontare la Storia e le guerre, non può conoscere i patimenti e le trincee nelle quali è rinchiusa una della “Capitali della pace”.

Il suo ottimismo e quello del cardinale Zuppi, però, lasciano almeno la speranza: “Da storico posso dire che spesso le guerre si risolvono all’improvviso, quando uno meno se lo aspetta” ha detto l’ex direttore del Corriere della Sera. Chissà che non sia così anche per l’eremo di Celestino V.

2 Commenti su "Se Celestino trovasse pace"

  1. Ma da una cittadina che si è fatta scappare l opportunità unica di sfruttare il bimillenario di Ovidio che ci aspettiamo . Ancora capite, pazienza! Commissariamento almeno quinquennale , poi riproviamo con le elezioni. Forse forse uno 0,5 di positività potremmo ottenerla , forse !!

  2. È come invitare il segretario di Erode per parlare della vita di Gesù… (cit. mia nonna, in sogno)

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