L’isola che non c’è

L’aveva chiamata “L’isola che non c’è”, pensando e chiedendo ai sulmonesi di immaginare un’altra città. Ma dopo la seconda stella a destra Andrea Ramunno non ha trovato neanche un sentiero tracciato. La sua idea romantica della notte bianca si è spenta prima del mattino, in un cammino tutt’altro che dritto, relegata in un fondo cassa che, sembra, sia uscito ora (15mila euro) solo dopo le sue dimissioni. In realtà non è solo per soldi che il giovane assessore ha detto basta, non solo quelli per la notte bianca almeno. Da settimane lo ripeteva scuotendo la testa: gli investimenti nella cultura e nel turismo sono troppo risicati in una città che di cultura e turismo vuole vivere. A bocca asciutta, oltre “Peter Pan”, era rimasto Celestino V e il suo eremo, su cui non sembrano esserci soldi nei difficili equilibri del bilancio per quel project financing a cui stava lavorando e così anche sul cartellone invernale. Soprattutto, però, l’ex assessore non ha retto l’ingerenza di alcuni consiglieri di maggioranza, sembra presentatisi direttamente negli uffici comunali a chiedere conto della lista della spesa che aveva preparato l’assessore. La chiama “fiducia e collaborazione” Ramunno, ma meglio sarebbe chiamarlo potere di controllo su tutto quel che si muove a Palazzo. Potere che eserciterebbero in modo invasivo alcuni consiglieri. Non per mandato, s’intende. Perché ormai a palazzo San Francesco ognuno fa un po’ come gli pare: la destra fa la sinistra, la sinistra la destra, i civici finta di niente, i fuoriusciti lanciano pietre nello stagno. Con gli assessori spesso in contrasto tra loro, le delibere che arrivano sul tavolo senza essere discusse e un tirare avanti senza una meta.

Manca la politica, in altre parole, quella che dà indirizzi e stelle comete, che indica la strada che costruisce il cammino… fino al mattino.

Nessun “casus belli” dice il sindaco a proposito della vicenda di Ramunno, come in quella di Accardo prima e della Tuteri e della Ceccaroni prima ancora. Perché, infatti, il problema è sistemico, di approccio e metodo. Poi vengono anche i contenuti, spariti nelle agende insieme ai sogni di una città diversa.

Fosse anche solo da immaginare, fosse anche quella che non c’è.

7 Commenti su "L’isola che non c’è"

  1. Il fustigatore | 31 Luglio 2024 at 06:47 | Rispondi

    Una disamina della situazione politico-amministrativa impeccabile.
    “Nessun casus belli” dice il sindaco?
    Ormai neanche più il pudore di tacere……

  2. DISINVESTAZIONE

  3. Stanno li solo per la poltrona e soldi, di Sulmona non gliene frega niente a nessuno

    • Il solito qualunquismo da bar manco un assessore guadagnasse chissà quanto poi attaccati alla poltrona manco avesse chissà quanto potere visto che non ci sono soldi da investire e spendere. Ma poi lei come mostra invece il suo interesse per Sulmona? Perché spetta solo ai politici fregarsi della città o sarebbe anche un dovere civico dei cittadini (che vedendo sporcizia escrementi dei cani dubito rispettino). Ecco ci illumini su cosa fai lei per la sua città come se ne prende cura

    • Scriverlo come commento alla notizia di un assessore che si dimette fa ride solo a leggerlo ed evidenzia un palese problema di comprendonio oltre il proprio qualunquismo.

  4. Un primato questa amministrazione lo tiene e lo mantiene alto,il cambio di quattro assessori alla cultura non è da tutti.

  5. La colpa è di decenni di politica di compromesso .
    Avete messo gli onesti in disparte e i cialtroni chiacchieroni al centro ….
    Questi problemi non sono di Ora ….ma di anni di incancrenimento degli apparati pubblici ….
    Volete fare del bene a Sulmona ….votate quelli che non usano Facebook (se ci riuscite )

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