Nella farina la storia e l’unione sociale: “Pane e Pace” a Frattura Vecchia

E’ dalla semplicità di un alimento che può nascere una storia da raccontare e da vivere. Un pugno di farina legato da un bicchiere di acqua e lievito. Nasce così il pane, l’ambizione più semplice e ricercata dall’uomo da tempi remoti. Scudo dalle carestie, pilastro del nutrimento in ogni latitudine. Ma soprattutto simbolo dell’unione sociale da riscoprire. E’ la mission dell’associazione De Rerum Natura, che il prossimo 4 agosto darà vita alla seconda edizione di “Pane e Pace”, nella frazione scannese di Frattura Vecchia. Un progetto nato in sinergia con il pasticcere scannese, Angelo Di Masso. Proprio Di Masso, nella giornata di sabato, terrà un convegno presso “Le anime sante”, a Scanno, per illustrare la storia del lievito madre, la sua nascita e i benefici per l’uomo. Le altre linee guida verranno illustrate da produttori e imprenditori abruzzesi.

Per comprendere storia dell’alimento più antico al mondo, si ripartirà dalle basi. Dalla terra dalla quale sboccia la vita, con la trebbiatura del grano accompagnata dalle canzoni popolari del trio “I lupi della Majella”.

Un’ambientazione georgica, virgiliana tanto per rimanere in tema di letteratura latina. La rievocazione storica della trebbiatura inizierà domenica 4 agosto, alle 11:00, ed inaugurerà l’evento. Le porte di Frattura Vecchia si apriranno, nel vero senso della parola, dalle 13:00. L’ospitalità è di casa, con prodotti del territorio da degustare.

Ma è solo una tappa di un percorso dove la storia e il gusto si intersecano, viaggiando sullo stesso percorso. “Ogni panificatore presente all’evento ha una storia – spiega Paolo Casalvieri, presidente dell’associazione -. Chi al concetto di spopolamento, chi a quello di lievito madre, chi all’amore per il proprio luogo”. Direttamente dalla Sardegna arriveranno diversi tipi di pane, portati dal professore dell’Università degli Studi di Sassari, Antonio Farris. De Rerum Natura ha così ampliato i propri confini, gemellandosi con l’Accademia del Lievito Madre di Alghero. Sulla rocca dell’Alta Valle del Sagittario porterà la bontà farinacea dei propri prodotti Lucia Tellone, che ha scommesso tutto sul forno di Villa San Sebastiano. Lei, considerata tra le dieci giovani promesse della cucina italiana individuate da Carlo Cracco ha accettato la sfida di riaprire nel 2020 un forno abbandonato. Una panificazione di comunità, dove a decidere i ritmi per sfornare non è il tempo, ma sono “brace e farina”.

“Tutti i produttori saranno “a chilometro zero” – specifica Casalvieri -. Riprendono e trattano i propri prodotti con processi di produzione più lenti e semplici. Sarà possibile degustare pane di ogni tipo: da quello maritato, poiché si “sposa” con l’uovo” a quello cotto. E poi tanti pani aromatizzati e ripieni”. Nel menù non mancherà la tradizione abruzzese, con pizze fritte, arrosticini, salumi e formaggi del territorio.

Dalle 14:00 alle 18:00 mani in pasta, in tutti i sensi, con l’avvio dei laboratori didattici. I più piccoli potranno interfacciarsi con l’antica arte del pane ed entrare in contatto con la natura attraverso la fattoria didattica. E se si è più bassi di un metro la merenda è offerta dall’associazione De Rerum Natura. A chiudere la giornata, dalle 19:00, le note dei Beneamati.

“Pane e Pace – scrive l’associazione – non è solo una semplice rievocazione culinaria. L’intento, infatti, è anche quello di promuovere il territorio. Di qui la scelta della location che offre un tripudio di natura e storia e la presenza di produttori, artigiani ed esperti autoctoni e non”.

Non resta che impastare, infornare e attendere la cottura per degustare.

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