Infermieri al computer e straordinari per coprire i turni in corsia: il caos gestionale della Asl 1

Un comunicato per chiedere alla Regione Abruzzo di esercitare un controllo più stringente sulle ASL per individuare e sanzionare i tanti casi di mala gestio che “cumulati fra di loro hanno determinato, in misura non irrilevante, quel disastro finanziario che nella corsa alla produzione del maggior deficit regionale vede la ASL 1 imbattibile maglia rosa”.

Non usa mezzi termini il NURSIND sindacato delle professioni infermieristiche della provincia dell’Aquila nel ribadire la propria indignazione davanti a “singolari modalità di gestione del personale” da parte della direzione generale della ASL 1. A partire dal caso della “giovane infermiera che, appena assunta, è stata dirottata durante il periodo di allattamento, a orario ridotto,” presso un ufficio della direzione sanitaria ospedaliera per svolgere attività amministrativa. Attività che l’infermiera ha però continuato a svolgere anche dopo il periodo di allattamento, perché stabilmente assegnata a quell’ufficio, “pur continuando ad essere pagata come infermiera e non come un ben più modesto operatore di computer”. Un’assegnazione incomprensibile stante la carenza di personale infermieristico, situazione la cui gravità ha spinto addirittura il ministero della Sanità a promettere “di far venire a lavorare in Italia infermieri sud americani, africani, ecc….”. A rendere ancor più inaccettabile l’assegnazione della giovane infermiera le parole del dirigente che alle richieste di chiarimento avrebbe risposto “ma perché ce l’avete con me? Andate a vedere quante giovani infermiere sono ‘imboscate’ in uffici, ambulatori, ecc…. piuttosto che nei reparti di degenza!”. Reparti dove invece la soluzione adottata dalla direzione generale per ovviare alla carenza di personale è stata quella di “autorizzare i dirigenti a dare agli esausti infermieri di reparto un premio aggiuntivo: il lavoro straordinario!”.

Un andazzo, come lo definisce la stessa sigla sindacale, di cui a pagarne le conseguenze sono spesso altri lavoratori come per esempio l’operatore socio sanitario, padre in “affidamento condiviso di un bambino di 2 anni” che aveva chiesto l’assegnazione al servizio di trasporto interno ospedaliero dei degenti per “poter meglio gestire il suo bambino nel periodo di affidamento”. Richiesta che, continua il sindacato, pur essendo “meritevole di segnalazione anche alla acuta sensibilità del presidente del consiglio dei ministri” non è stata accolta perché “guarda caso l’operatore è stato scavalcato da una O.S.S. appena assunta la quale per grazia ricevuta è assegnata proprio a questo servizio in cui lavora anche il consorte”.

Episodi che rappresentano solo gli ultimi esempi di ciò che ormai è all’ordine del giorno proprio quando la direzione generale si “dispone, su mandato della Regione, a razionalizzare l’organizzazione per evitare l’ennesimo commissariamento”. Le cui conseguenze economiche graveranno sui contribuenti abruzzesi, conclude il NURSIND che alla stessa direzione generale chiede di “rendere giustizia a quel padre ingiustamente e arbitrariamente penalizzato” e alla Regione di svolgere quel controllo che le “compete in termini di legge” per evitare il ripetersi di simili inaccettabili episodi.

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