Il silenzio assordante per un confronto sul piano di razionalizzazione della Asl1 ha portato la CGIL L’Aquila a inviare due distinte richieste di audizione in seno alla Commissione Vigilanza ed alla Commissione Salute del Consiglio Regionale d’Abruzzo. Due atti necessari a sollecitare, nuovamente, il Presidente del Comitato ristretto dei Sindaci, già contattato dal sindacato il 30 maggio e il 17 giugno. Date nelle quali la sigla sindacale ha chiesto un confronto anche all’Assessora Regionale alla Salute, Nicoletta Verì, e al Direttore Generale, Ferdinando Romano.
Richieste cadute nel vuoto e rimaste inascoltate. Nessun riscontro è mai pervenuto, come sottolineano i Segretari Francesco Marrelli ed Anthony Pasqualone, impedendo, di fatto, il confronto sul delicato tema della salute di cittadine e cittadini, sulle condizioni di lavoro di tutto il personale e delle ricadute negative sui livelli occupazionali e salariali.
“E’ inaccettabile – scrivono i due Segretari Generali -, che sul diritto costituzionale alla Salute, si sfugga al confronto con le parti sociali e con tutti i portatori di interesse a differenza di quanto avvenuto nelle restanti Provincie della Regione Abruzzo, anche in considerazione del fatto che la ASL 1 ha il maggior disavanzo tra le 4 ASL regionali e gravi criticità sia sulla continuità assistenziale delle aree interne, sia sull’appropriatezza delle liste di attesa rispetto ai bisogni sanitari espressi dalla popolazione. Un silenzio assordante su una materia di interesse generale che dimostra anche indifferenza verso il diritto di lavoratrici e lavoratori a poter erogare un servizio pubblico sanitario di qualità in maniera adeguata e nel rispetto delle vigenti norme”.
“Il piano di Razionalizzazione – concludono – altro non è, secondo quanto elaborato dall’attuale Direzione Strategica, che un taglio lineare all’occupazione, ai servizi sanitari, al diritto alla salute di cittadine e cittadini e ai diritti del personale. Il territorio della Provincia dell’Aquila ha la necessità di investimenti condivisi, di una programmazione che parta dai bisogni sanitari insoddisfatti e che veda tornare ad essere punto di riferimento per la prevenzione e per la cura, il sistema sanitario pubblico, riconfermandone i principi di universalità, equità, gratuità e prossimità”.
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