La disgregazione dei civici era partita dopo il suo passaggio a Fratelli d’Italia: come primo degli eletti e il più votato in città, Salvatore Zavarella, ai suoi ex compagni di avventura aveva già dato una brutta botta. Il sodalizio con Andrea Gerosolimo, nato tra le acque agitate del Consorzio di bonifica e alimentatosi nell’esperienza come assessore nella giunta Casini, in fondo, si era incrinato dopo “il gran rifiuto”, quello del candidato sindaco cioè di partecipare al ballottaggio “senza consultare i 112 candidati che tanto si erano spesi per lui”, ha scritto l’altro giorno Zavarella in un post di risposta proprio a Gerosolimo che, a sua volta, lo aveva accusato di poco trasparenza e chiarezza in relazione alla cena della paranza.
Volano stracci, insomma, tra chi prima si era tanto amato.
“Non mi scandalizza affatto la cena a base di pesce di alcuni componenti l’attuale assise comunale. Gianfranco Di Piero, Mimmo Di Benedetto, Claudio Febbo, Vittorio Masci e Salvatore Zavarella bene fanno a incontrarsi se è nell’interesse della città – scrive l’ex assessore regionale -. Tuttavia, ciò che non tollero è il risibile tentativo dei protagonisti di minimizzare la vicenda e ricondurla semplicemente a una cena tra amici, anche perché, tra l’altro, amici non lo sono mai stati. Al contrario, penso che bene avrebbero fatto a raccontare la verità e ammettere che la cena è stata fatta perché i due esponenti di Fratelli d’Italia sono pronti a dare una mano all’amministrazione Di Piero, non solo come fatto indirettamente fino a ora (cioè attraverso comportamenti che di volta in volta hanno garantito il voto favorevole, la presenza per il numero legale oppure la non condivisione di comunicati con il resto della minoranza), ma attraverso un coinvolgimento più diretto di Vittorio Masci come presidente del consiglio e Salvatore Zavarella come assessore”.
A riprova del piano, “infruttuosi – dice Gerosolimo – ci sono stati evidenti tentativi per convincere i primi dei non eletti delle rispettive liste a condividere questa logica, al fine poi di subentrare in consiglio comunale a supporto della attuale amministrazione e per dare modo ad altri di ricoprire il ruolo di assessore”.
Una “tana” come si dice in gergo, che ha fatto rompere a Zavarella il suo canonico silenzio: “Non posso accettare lezioni di moralità e di stile da chi, il candidato sindaco Gerosolimo, mentre io e tanti candidati delle liste che sostenevano la sua candidatura eravamo da tempo impegnati nella campagna elettorale – scrive Zavarella -, si recava a Roma per proporre e cercare un accordo con il candidato Di Piero. Un accordo che prevedeva la rinuncia alla candidatura da parte di Gerosolimo e l’appoggio al candidato avversario Di Piero con tre delle nostre liste, buttando letteralmente a mare gli altri candidati che lo stavano sostenendo. II nostro candidato sindaco che, dopo il primo turno, decise, senza consultare i 112 candidati che tanto si erano spesi per lui, di ritirarsi, senza partecipare al ballottaggio. II nostro candidato sindaco che, anziché esercitare il ruolo di capo dell’opposizione, si è dimesso dal consiglio comunale, permettendo il subentro di Gianluca Petrella, che, passando in maggioranza, ha consentito all’amministrazione Di Piero di andare avanti. E’ proprio il caso di dire: da quale pulpito viene la predica!”.
“Non c’è nulla di male a uscire allo scoperto e dichiarare sostegno a questa amministrazione – avverte il ‘predicatore’ Gerosolimo -. Ciò che è importante a mio giudizio è che i cittadini sappiano chiaramente chi sta da una parte e chi sta dall’altra”.
“Sono stato eletto in minoranza e in minoranza sono rimasto” risponde Zavarella, senza usare – al contrario di Gerosolimo – il verbo al futuro. Un refuso, una prudenza oppure un presagio. Chissà. Il sindaco Di Piero, d’altronde, nell’ultimo consiglio comunale, nel quale è stato evitato di affrontare l’argomento della cena di paranza, gli ha già fatto l’endorsement esaltando le capacità dimostrate da Zavarella come assessore e ricordando come la riapertura (si fa per dire) del liceo classico, in fondo, sia tutta merito suo.
“Pensavo fosse amore, invece era un calesse”
Film del grottesco
… “ esaltando le capacità dimostrate da Zavarella come assessore “ … ecco, appunto, invece di stare a cianciare… e Sulmona di politici che in passato hanno solo cianciato e a tutt’oggi continuano a cianciare, ne è talmente piena che la possiamo eleggere a “ capitale” d’Italia… d’altronde siamo nella terra delle “ Cococce” e… delle “ mirabolanti balle “ soprattutto giornalistiche.
E dicevano che era cambiato il “ vento “… ma erano solo “ mirabolanti balle “…
Io trovo quanto meno singolare che in virtù dell’esssere minoranza condividono posizioni politiche persone che fino a ieri si detestavano anzi in alcuni casi hanno fatto tutta la campagna elettorale contro definendo l’altro il cancro della città.
Bene anche questi comportamenti che sono scelte meriterebbero altrettanta chiarezza agli occhi dei cittadini elettori che hanno votato l’una o l’altro forse proprio perché contro o per le ragioni per cui li demonizzavano. Ma di questo nessuno parla come se fosse naturale tutto ciò
Io trovo che si stia proseguendo “a tambur battente” l’azione mediatica logorante nei confronti dell’esecutivo comunale per portarlo al completo logorio e tentare le elezioni in autunno.
L’impero va subito ricostruito e le colonie subito riassoggettate al controllo, pena il crollo… e se è potuto crollare l’Impero Romano, credo che il crollo dell’impero “indigeno” sia il minore dei guai per la vallata.
Concordo e vedremo cosa faranno e dove si collocheranno i nuovi civici ex maggioranza. Così finalmente si saprà la verità anche se tardi per capire chi ha tradito veramente e per cosa.
Bhe Ha fatto bene il signor Zavarella a rispondere per le rime …
Ha dimostrato di non essere un lecchino con la catena al collo ma una persona pensante !
Quell’altro ringraziasse la moglie che se fosse pur lui pia 3 voti a Sulmona….
C’è chi nasce tondo e c’è chi nasce quadro
Se parla Cecchino so’ cazzi di Gelsone. Non svegliate cane che dorme.
Se parla gelsone so’cazzi di cecchino.
Lu cchiù pulite té la rogne.
Sulmona ha bisogno di una amministrazione fatta da gente perbene, illuminata , che ha voglia di fare qualcosa di concreto per il bene della città … ha bisogno di gente rispettabile e credibile, non di gente pronta a venderla e saccheggiarla per i propri interessi …