Detenzione al fresco: chiede al giudice di scontare il carcere al mare. “Perizia psichiatrica”

Che al carcere si stia al fresco è un luogo comune: Diego Esposito, cinquantaduenne di Castel di Sangro rinchiuso dietro le sbarre qualche giorno fa per aver violato il divieto di avvicinamento (ovvero l’obbligo di dimora) ad una diciottenne che stalkerizza da diverso tempo, ha chiesto ieri al giudice del tribunale di Sulmona di poter scontare la sua detenzione al mare. Previa reperibilità, s’intende: “Terrò il telefono acceso” ha detto ieri al magistrato durante la prima udienza che lo vede imputato per stalking.

Quanto basta per convincere il suo avvocato, Alessandro Tucci, a chiedere al giudice una perizia psichiatrica per capire se è in grado di intendere e di volere, che qualche dubbio, vista la richiesta avanzata in tribunale, è legittimo.

Esposito era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere qualche giorno fa: dopo aver violato il divieto di dimora per due volte in pochi giorni e aver cercato di contattare via Whatsapp e poi presentandosi a Castel di Sangro la diciottenne di cui si sarebbe invaghito, tanto da stalkerizzarla per diversi mesi (da ottobre a febbraio scorsi) ed essere raggiunto ad aprile dalla misura del divieto di dimora.

Misura ignorata e che lo aveva portato direttamente in carcere, non avendo, secondo il gip, un domicilio adeguato per rispettare le distanze con la giovane “amata”.

Chissà se al mare avrebbe invitato anche lei. Per il momento si dovrà accontentare del fresco della cella, anche se non c’è “O mar for”.

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