Presunta vittima di sequestro, ora rischia lui l’incriminazione

La storia era apparsa da subito poco credibile, tuttavia con l’accusa di sequestro di persona, violenza privata e omissione di soccorso, una quarantaquattrenne di Bugnara era finita davanti ai giudici. Le accuse della presunta vittima sono state poi ritirate, per cui ieri, in tribunale, la donna doveva rispondere solo del reato di omissione di soccorso. Assolta lei, possibili conseguenze, ora, per lui: la procura, infatti, sta valutando l’ipotesi di incriminarlo per calunnia e soprattutto simulazione di reato.

La storia raccontata ai carabinieri nel 2019, d’altronde, era “grossa”: secondo l’accusa, poi diventata imputazione, infatti, la donna avrebbe sequestrato la vittima, un uomo di Pratola Peligna con cui la quarantaquattrenne aveva una relazione e dissapori per la tutela di una minore, drogandolo con benzioadepine, tenendolo in ostaggio per tre giorni in un casolare, per poi rinchiuderlo in un bagagliaio di un’auto e scaricarlo su un letto di un fiume nella periferia di Sulmona.

L’uomo, secondo il racconto, si sarebbe quindi recato a piedi prima alla stazione di Sulmona e poi, sempre a piedi, a Raiano, a casa del titolare della ditta nella quale lavorava per poi chiedere l’aiuto del 118 e dei carabinieri.

I fatti sarebbero accaduti tra il 5 e il 7 dicembre del 2019, con una temperatura esterna bassa, tanto da procurare all’uomo una sindrome da congelamento di primo grado. Così avevano riscontrato anche i referti medici.

Secondo l’accusa la donna avrebbe attirato l’uomo nel casolare con una scusa e dopo averlo drogato, gli avrebbe impedito di lasciare il rifugio fino alla sera di tre giorni dopo. Quindi lo avrebbe caricato a forza, non è chiaro se sotto la minaccia di qualche arma, nel portabagagli della sua Peugeot 205 e trasportatolo in aperta campagna, quindi, lo avrebbe spintonato e buttato nelle acque del fiume, che dai referti dei soccorritori non dovevano essere proprio calde, visto che gli furono diagnosticate rabdomiolisi agli arti inferiori.

A fronte dei referti, però, la storia, giudicata dal difensore dell’imputata, Alessandro Rotolo, “destituita di qualsiasi fondamento”, è crollata dopo il ritiro della denuncia di parte dell’uomo che, però, ora dovrà probabilmente rendere conto in tribunale per aver smosso la macchina della giustizia per un reato, tra l’altro, grave e socialmente rilevante.

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