Caserma vigili del fuoco: via libera del Consiglio per via XXV aprile

Venticinque anni è un arco temporale sufficiente, dovrebbe esserlo, per prendere una decisione, dare una risposta. Soprattutto se in ballo c’è un presidio fondamentale per la sicurezza collettiva, quella di Sulmona e di tutto il territorio di riferimento. Per le montagne che di tanto in tanto bruciano e con la terra che di tanto in tanto trema. Così questa mattina il nodo della nuova caserma dei vigili del fuoco è arrivato al pettine del consiglio, non senza polemiche per il percorso di condivisione scelto. Con la consigliera Nannarone che ha accusato il Comune di essersi fatto “agente immobiliare”, di aver escluso dal confronto i consiglieri nella conferenza dei capigruppo, per quella proposta firmata da Di Benedetto e Febbo per dare la disponibilità ad acquisire o espropriare i terreni di via XXV aprile, quelli su cui insiste un progetto integrato della Sirius datato quasi quanto la discussione sulla caserma e che ha diffidato il Comune.

Alla fine il voto è arrivato all’unanimità, ma con l’astensione dei consiglieri di opposizione Nannarone, La Porta, Proietti e Di Rienzo e il voto favorevole della maggioranza, ma anche di Fratelli d’Italia: “Non è possibile che questa città non riesca a trovare punti di incontro per il bene comune – ha detto il meloniano Vittorio Masci – bisogna uscire dalla logica della contrapposizione a tutti i costi”.

Anche perché nel frattempo i 5 milioni di euro che il ministero ha nel cassetto per la caserma di Sulmona, rischiano di essere dirottati altrove e così, hanno detto i vertici del Corpo, con l’ubicazione attuale non si può andare avanti, non ci sono le condizioni.

In Aula i vigili del fuoco applaudono al voto e sperano, perché la delibera approvata oggi è solo prodromica ad un percorso ancora lungo. Ma, almeno, questo è un primo passo. Ora si tratterà, per il Comune, di acquisire i terreni, superando la vertenza con Sirius, procedendo ad una transazione come ha consigliato Masci o all’esproprio per pubblica utilità. Perché su questa, sulla pubblica utilità, sono tutti d’accordo.

Poi si tratterà di mettere a disposizione del Demanio l’area e, per il ministero, aprire il cantiere. Sperando non ci vogliano altri venticinque anni.