Un incontro è stato convocato per domani alla Magneti Marelli, ma non è quello che si aspettava. Quello cioè che la Regione aveva fissato il 10 maggio scorso, ricevendo però dalla proprietà l’indisponibilità fino al 27 maggio. Quello di domani, infatti, sarà un in incontro di prassi tra azienda e sindacati per discutere non del futuro produttivo e delle strategie di rilancio, ma della cassa integrazione che a partire dal 10 giugno coinvolgerà per due settimane i 480 dipendenti dello stabilimento sulmonese. Stop dovuto al calo della produzione Sevel e che non rientra, ma lascia intuire, la crisi che potrebbe travolgere la fabbrica, la più grande della Valle Peligna, da qui ai prossimi anni.
Alla Magneti Marelli a preoccupare, infatti, è soprattutto il futuro: quello dopo il 2028, quando cioè si esauriranno le commesse programmate del Ducato.
Unico stabilimento del Gruppo a non aver in agenda investimenti e commesse e i cui macchinari presenti, da troppi anni non manotenuti, rischiano di diventare obsoleti e inutili, anche e soprattutto in vista della transizione energetica.
La speranza legata alla piattaforma large, annunciata nello scorso autunno e che doveva servire proprio per rispondere alle nuove esigenze produttive legate all’elettrico, è d’altronde sfumata: Magneti Marelli non l’ha proprio acquistata, lasciando fuori dagli investimenti, di conseguenza, lo stabilimento di Sulmona.
Una nuova strategia è insomma urgente e necessaria e per questo la Regione aveva chiesto un incontro con i vertici di Magneti Marelli. Il tempo è passato, ma ad oggi, nessuna convocazione istituzionale che, si spera, possa arrivare prima del 20 giugno, quando cioè il Gruppo convocherà le parti e i sindacati, per illustrare le strategie nazionali.
Per quella data, infatti, Sulmona si dovrà essere garantita almeno una promessa e una proposta per il suo futuro, che sia diversa da quella di chiudere baracca e burattini. Per tutto il territorio sarebbe questo un colpo troppo duro, calcolando le 480 famiglie che ci lavorano e soprattutto l’indotto che ci gira intorno.
Cari lavoratori ….ora andate a chi vi ha chiesto il voto alle regionali
Sempre se ora vi rispondono ancora al telefono ….
No andate da chi ha voluto la transizione “green” in tempi impossibili hanno nomi e cognomi
E cosa c’entra la transizione green? Mica fanno motori termici o pezzi per motori endotermici alla magneti marelli. Fanno ammortizzatori.
Roberto hai scritto una minkiata…..non è cercando di fermare il progresso
Che si vince…..ma anticipando ed investendoci !
Tutto il mondo sta cambiando verso l elettrico e la transizione ….cercare di non guardare e’ dasciocchi .
Come quando dalle carrozze si è ’ passati al motore termico ….chi ha cercato di rimanere con i cavalli ci aveva visto male
CHIAMATE SALVINI LUI RISOLVERà IL PROBLEMA è UN UOMO CAPACE CON UN CURRICULUM LAVORATIVO DI TUTTO RISPETTO
NON VI PREOCCUPATE ORA CI PENSERÀ IL MARSILIO