Arrivano le osservazioni dei Consorzi forestali associati riguardo la proposta del Comune di Pratola Peligna di costituire un’Ats. Nella persona di Rino Talucci in una nota scrivono: “Come giustamente osservato diversi comuni dell’area sono parte di Consorzi Forestali, con soci pubblici e privati, con i quali hanno convenzioni di gestione in essere. Nell’area sono presenti il CF Alto Gizio, il CF Alto Sangro, il CF Colle Rotondo, il CF Alta Valle del Sagittario, il CF Subequano, il CF Maiella Ovest. I Consorzi operano come strumenti tecnico-operativo dei Comuni nella gestione forestale sia attraverso il tentare di accedere a finanziamenti pubblici, sia, ove possibile, attraverso l’attività “privatistica” dei tagli boschivi di uso civico e commerciale.
In alcuni casi (es. Pettorano sul Gizio, Rocca Pia, Bugnara, … ) i Consorzi hanno anche realizzato i Piani di Gestione (anticipandone i costi), cosa che ha permesso, ad esempio, a Bugnara di presentare, attraverso il Consorzio Colle Rotondo, un progetto ai sensi della Misura 8.5 del PSR. Cosa che avevano fatto anche i comuni di Pettorano e Rocca Pia nella scorsa programmazione, sempre attraverso i Consorzi di riferimento (Alto Gizio e Alto Sangro)”.
Lunedì era stata la sindaca Di Nino supportata dall’assessora con delega alla Montagna Donadei, a presentare ai colleghi del comprensorio peligno il progetto di Ats che doveva fra le altre cose: redigere il “Piano di assestamento forestale”, aggiornare il Piano di assetto idrogeologico e partecipare ai bandi forestali, come ad esempio le varie “misure” del Psr.
I Consorzi associati contestano poi la proposta di richiedere alla Regione l’aumento degli ettari del Piano di gestione forestale da 50 a 500/1000 ettari: “Per quanto riguarda specificatamente l’accesso alle misure forestali del PSR, la citata 8.5 o il prossimo 8.3 “Prevenzione dei disastri naturali e degli incendi”, è opportuno sottolineare che questo è legato alla presenza di un Piano di Gestione per proprietà superiori a 50 Ha (vigente o precedentemente inviato alla Regione) non per un “capriccio” regionale, ma perchè previsto dall’art. 21 del Reg UE 1305-2013 sullo sviluppo rurale. Tale previsione, quindi, non è superabile”.
Conclude quindi Talucci: “L’ipotesi quindi di una ATS “generalista” – se operante nel settore forestale, cosa peraltro riportata nei resoconti giornalistici, ma non presente nella proposta di ATS che parla di “ambiente, agricoltura e turismo” – nel quadro esposto rischia quindi di divenire più un problema che una opportunità.
E’ invece certamente utile un coordinamento di area che, mi permetto suggerire, sarebbe bene allargare ai soggetti operanti nel settore, a partire, appunto, dai Consorzi Forestali”.
Savino Monterisi
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