La guardia di Finanza di Sulmona, nell’ambito del procedimento penale in essere presso la Procura della Repubblica di Sulmona, ha acquisito in questi giorni, su proposta del Sostituto Procuratore della Repubblica, la documentazione inerente alle elezioni del Consorzio di Bonifica Interno svoltesi nel 2017. Nella tornata elettorale è stato rilevato che ai consorziati veniva consentito di votare più volte nello stesso seggio e in diversi Comuni, con conseguente alterazione dell’espressione della volontà del corpo elettorale.
Quegli stessi consorziati che hanno così eletto una parte del consiglio di amministrazione che, a sua volta, ha eletto presidente del Consorzio Ernesto Zuffada, nominato nel consiglio dalla Regione Abruzzo all’interno della terna di nominativi fatta dall’Ente.
Le prime verifiche sono scattate lo scorso ottobre grazie all’intervento dell’allora presidente del Consorzio, Adelina Pietroleonardo, che aveva constatato che le modalità di voto dei consorziati per scegliere i loro rappresentanti non erano conformi alla normativa. I consorziati avevano così espresso la propria preferenza in maniera plurima. Voti giustificati attraverso l’intestazione di più particelle di terreni, alterando così il quorum dei votanti, oltre ai voti di lista e alle singole preferenze.
L’accertamento del reato rappresenterebbe l’ennesima prova di una gestione consortile – nel periodo antecedente il 2020 – basata sulla sistematica violazione delle norme di legge e dello Statuto.
Ma gli scossoni per il Consorzio di Bonifica non terminano al 2017. Anzi, anche sulle elezioni dello scorso gennaio rischiano di finire sotto nuvole tempestose. Il segretario pro-tempore del sindacato Filbi, Moreno D’Anastasio, assieme a Uil Pescara-Chieti, ha richiesto l’accesso agli atti per valutare la posizione dell’attuale presidente, Maurizio Monaco. In particolare, è richiesto da parte di D’Anastasio di dimostrare il titolo di proprietà di immobili ricadenti nel perimetro di contribuenza da parte di Monaco. Una conditio sine qua non per essere candidabile. In verità sarebbe sufficiente anche un contratto di affitto agrario dei terreni, oppure una dichiarazione a firma del proprietario e del conduttore, dove si evidenziano il foglio e le particelle ricadenti nel perimetro di contribuenza del consorzio. Prerogative richieste dallo stesso D’Anastasio.
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