Avrebbero richiesto il trasferimento spontaneo, presso altre sedi ed uffici, alcuni agenti della Polizia Stradale della Sottosezione di Pratola Peligna, raggiunti dagli avvisi di garanzia in merito ai proiettili in busta destinati all’ex comandante Luciano Bernardi e al suo braccio destro, Attilio Di Loreto. Voci provenienti dal SILP CGIL della Provincia dell’Aquila, che ribadisce la propria solidarietà agli undici agenti, già indagati lo scorso giugno per truffa ai danni dello Stato e peculato.
Per quelle due buste, imbucate dal postino ma prive di francobolli, sono scattati undici avvisi di garanzia “sulla base di scarsi elementi indiziari”, commenta il SILP. Vetture, abitazioni e uffici degli undici poliziotti sono stati perquisiti su disposizione della Procura della Repubblica di Sulmona lo scorso aprile. I sospetti degli inquirenti, infatti, sono ricaduti immediatamente sugli agenti già coinvolti nella precedente inchiesta. Sospetti che nascono, principalmente, dal calibro dei proiettili imbustati, dei 9×19 da guerra, che sono in dotazione proprio alla polizia.
Ora arriva la richiesta di una nuova sede e altri uffici per svolgere il proprio lavoro al servizio della comunità in maniera più serena. Serenità lavorativa oramai inconciliabile presso la Sottosezione di Pratola Peligna, visto che l’inchiesta madre dello scorso giugno è stata portata avanti con indagini condotte proprio dagli agenti che lavorano fianco a fianco agli indagati, prima sospesi e poi riammessi dal Riesame. Il SILP parla di “clima accusatorio e persecutorio, che si concretizza con atti quotidiani finanche sul posto di lavoro, nei loro confronti”.
“Al fine di evitare strumentalizzazioni e false ricostruzioni – conclude il sindacato -, come tale scelta sia volontaria, sottolineiamo la lucidità e il buon senso dei poliziotti interessati che, per continuare a svolgere il proprio lavoro al servizio della comunità in maniera più serena, rinunciano al consolidato status professionale e familiare nel rispetto del supremo interesse collettivo”.
Il SILP parla di “clima accusatorio e persecutorio, che si concretizza con atti quotidiani finanche sul posto di lavoro, nei loro confronti. Toh! Il caso vuole che uno degli undici é un sindacalista del SILP. Strumentalizzazioni e false ricostruzioni sono state fatte da tutti i sindacati verso l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza che è stata inerte e condiscendente se non anche colpevole.