Ha deciso di non firmare la FP CGIL Abruzzo e Molise di fonte a un accordo che, afferma la sigla sindacale, “da un lato prevedeva dati che apparivano dubbi e dall’altro accordava un utilizzo inferiore rispetto alle risorse stanziate per le ASL regionali”.
Una decisione presa “responsabilmente”, secondo la FP CGIL, dopo il confronto che ieri ha visto la Regione Abruzzo e le OO.SS discutere “sui criteri di riparto delle indennità di pronto soccorso, introdotte dalla legge di bilancio 2021, per una somma di 1.854.385,00 euro”. Criteri individuati nel numero dei dipendenti in servizio presso le UU.OO. di pronto soccorso alla data del 31 dicembre 2023 e, sempre considerando la stessa data, nel numero di accessi al pronto soccorso.
Ed è su quest’ultimo criterio che a detta della FP CGIL l’ASL 1 Avezzano -Sulmona – L’Aquila avrebbe riportato “un numero di accessi incongruo e sottostimato rispetto al dato storico degli anni precedenti”. Forse, ipotizzano i sindacati, a causa dell’attacco hacker che lo scorso anno ha messo sotto scacco il sistema informatico della stessa Azienda Sanitaria Locale con ripercussioni negative ancora in corso.
Motivo secondo i sindacati, per chiedere un rinvio necessario a verificare con maggiore attenzione i dati forniti ed “evitare una ripartizione del budget incoerente rispetto ai criteri”. Ma anche per valutare la proposta avanzata dalla Regione Abruzzo di valore fisso mensile pro capite, per 12 mensilità, per l’indennità di pronto soccorso, pari a 180,20 euro; cifra poi abbassata a 145 euro su proposta delle altre OO.SS. Valutazioni impossibili da fare durante l’incontro di ieri per le quali la FP CGIL ha insistito nella richiesta di rinvio che però “non è stato concesso”.
Una decisione quella di non firmare, imposta ai sindacati da un accordo “privo delle garanzie di tutela e di equità del personale dipendente” come confermato anche dai numeri. Quelli di un accordo che prevedendo un’indennità di 145 euro impegna solo 1.479.000,00 euro a fronte della somma complessiva messa a disposizione delle ASL regionali, generando così una differenza di 375.385,00 euro “somma – continua la FP CGIL – il cui utilizzo non è chiaro come avverrà”. Nonostante ciò, conclude la sigla sindacale “continueremo a batterci affinché l’accordo venga applicato nel modo migliore possibile, in ogni singolo territorio provinciale”.
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