La stalla puzza, è tempo di migrare

Abruzzo terra di pastori. Una volta. Era tanto tempo fa perchè oggi l’allevamento deve far fronte a tanti, ma tanti paletti, primo fra tutti il dover stare lontano dal centro abitato. Ed è questa la causa che potrebbe allontanare il pascolo di pecore del signor Francesco Tulliani, 38 anni di Prezza, dalla sua stalla di sempre. In Rione del Colle sta accadendo questo.

Il signor Tulliani, degno discendente di una famiglia di allevatori, ha ricevuto  dal Comune di Prezza, il 6 novembre scorso, il preavviso al procedimento di sgombero della stalla in cui è custodito il suo gregge. L’ultimo tassello di un problema che si trascina da nove anni quando nel 2008, attraverso un comitato, alcuni prezzani avviarono una raccolta firme per allontanare gli animali dal colle, la loro colpa quella di emanare odori sgraditi, quelli d’Abruzzo, minare l’igiene pubblica e la salubrità dell’ambiente. L’allora sindaco Attilio Forgione, per sedare le liti, imbastì un regolamento nel quale si prevedeva la distanza minima di 200m tra le stalle ed il centro abitato, avviando contestualmente il procedimento e stabilendo un termine per costruire una stalla su terreno comunale. Con la sindacatura Iannozzi, poi, il tentativo è stato quello di modificare il regolamento nel rispetto della normativa regionale.

Nella piccola Prezza si è aperto così il caso con tante dimostrazioni di affetto e solidarietà da parte degli abitanti nei confronti di chi con quelle pecore campa una famiglia. C’è chi propone, addirittura, una colletta per attrezzare un’altra stalla in cui trasferire il lavoro del signor Tulliani. Mentre la maggioranza lamenta l’ennesimo attacco di “strumentalizzazione” sulle stesse pagine social sulle quali si sta consumando la polemica. Una problematica ereditata, si difende Noi Prezza,  per la quale sono stati istituiti “tavoli di concertazione tra i pastori, i tecnici della Asl, il sindacato e finanche un avvocato indicato dalla famiglia Tulliani nella ricerca definitiva di una migliore soluzione possibile per l’attività del sig. Francesco. Abbiamo proposto molte soluzioni, tutte realmente e nell’immediato attuabili, tanto che le ultime sono ancora in attesa di risposta da parte della famiglia Tulliani. Nello specifico, alla presenza di un tecnico Asl, stalle pronte per essere utilizzate, mettendoci in assoluta disposizione per eventuali migliorie da apportare”.

Lo stato d’animo della famiglia Tulliani, tuttavia, non sembra essere così tranquillo da come raccontano persone vicine. Per chi quelle stalle le ha vissute da generazioni, d’altronde, non deve essere poi così facile migrare altrove, soprattutto se le alternative non sono poi così “alternative”. Viaggiano sempre sui social alcune foto di quelle proposte dall’amministrazione, “imprecise” secondo la maggioranza che ha ribadito di impegnarsi nel voler apportare diverse migliorie.

Ma il caso si amplia ad una richiesta di demonticazione, presentata il 10 ottobre da Tulliani, per far rientrare le proprie pecore nella stalla. Richiesta ancora senza firma pare e che, è questa la paura, potrebbe minare l’accesso ai contributi previsti per gli allevatori. “Non c’è alcuna inottemperanza per la demonticazione che, infatti, è già avvenuta. Ad onor del vero c’è una proroga regionale fino al 30 novembre” ribatte la maggioranza.

Nell’Abruzzo dell’entroterra, antico baluardo di pecore e pastori, accade anche questo in  un “rione” dove le pecore sono arrivate ancora prima delle abitazioni e dove, nei fatti, ce ne sarebbe solo una entro i famosi 200 metri. In fondo siamo a Prezza, non proprio in via Montenapoleone.

Simona Pace

1 Commento su "La stalla puzza, è tempo di migrare"

  1. All’epoca di “Malmozzetto” i Signori di Prezza mangiavano anche grazie al lavoro dei pastori. Oggi questi sembrano scomodi ad un paese di signorotti che vuole mangiare grazie al “turismo” colto e di qualità al quale offriranno forse carciofi e storie di “grandi astuzie passate”. Complimenti

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