Per il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero i tempi sono maturi: “Sulmona città della Pasqua” è un progetto che ha tutte le carte e i numeri per farsi vincente. Traino di un’area e della sua immagine. L’idea è quella di un vero e proprio brand, in grado di declinare i prodotti del territorio in tutti i suoi aspetti. Riempiendo la settimana santa non solo della tradizione dei suoi storici riti religiosi, ma anche di proposte e inviti culturali, occasioni economiche e di conoscenza.
Dopo anni di limitazioni, partite nel 2018 con i piani di sicurezza che contenevano gli accessi in piazza (ve li ricordate i conta-persona agli ingressi di via Marselli?), proseguiti con il Covid e la pandemia, quest’anno, d’altronde, la Pasqua sulmonese ha segnato un record di presenze che non si ricordava a memoria d’uomo. Che a dispetto dell’alta definizione delle foto scattate dall’alto, riconsegna immagini di una folla oceanica paragonabile solo alle sgranate foto in bianco e nero di cento anni fa. Decine di migliaia di visitatori, tra turisti e sulmonesi di ritorno, che hanno invaso la città, occupato alberghi, bed and breakfast, area camper di Sulmona e dei paesi limitrofi, costretto i ristoranti, quelli che sono stati in grado di farlo, a doppi e tripli turni. Un’affluenza così, nonostante le premesse, non se la aspettava nessuno forse e per questo non sono mancati disservizi, con bar che hanno chiuso alle dieci di sera perché svuotati di merce e locali in affanno a servire i clienti. A cosa sia dovuta questa straordinaria affluenza si può solo ipotizzare: i riti religiosi e della tradizione della Pasqua, certo, hanno fatto da richiamo, ma è molto probabile che così tante presenze, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri (ovvero non sulmonesi), sono direttamente legate ai nuovi canali di promozione territoriale che si sono aperti, a partire, anche e soprattutto, dai treni storici o dei Parchi che da anni, ormai, non perdono un colpo. Quella mole di viaggiatori, decine di migliaia ogni anno (40mila e più nel 2023), è facile che dopo la visita fugace sui binari, abbiano deciso di tornare con calma a visitare una città e un territorio che hanno tanto altro da offrire. E l’occasione della Pasqua è probabilmente la più ghiotta e invitante. Sulmona, dal canto suo, non si è fatta trovare del tutto impreparata: gli eventi ludici e culturali costruiti a contorno della settimana santa (dalle visite guidate, ai canti della tradizione, ai concerti jazz e persino con l’affollata piazza notturna nelle mani di dj Fargetta) hanno restituito l’accoglienza di una città non più da mordi e fuggi. Dove qualcosa si può fare anche dopo mezzogiorno e mezzo della domenica e prima dell’imbrunire del venerdì santo. “Sulmona città della Pasqua”, non è solo Sulmona e non è solo Pasqua, insomma: come il treno dei parchi, l’idea è quella che la settimana santa si metta alla guida di un carico di possibilità altre, contestuali e non ai riti. Coinvolgendo, ad esempio, le tradizioni e gli eventi dei paesi limitrofi: a partire, ad esempio, dalla Madonna che Vèle ad Introdacqua, così simile alla sorella grande di piazza Garibaldi eppure “concorrente” (negli orari almeno), anziché complementare. E poi, oltre la stagione di primavera, Ju Catenacc di Scanno, la Corsa degli Zingari di Pacentro, il Capetiempe di Pettorano, solo per citarne alcuni tra i più caratteristici.
Si tratta di mettersi in rete, organizzare le idee, costruire una proposta unica. In altre parole di fare politica culturale e di marketing. E la Madonna, per questo, non basta.
Tutto bellissimo. Si respirava davvero un’aria di resurrezione culturale, morale, aria di ripartenza. Alcuni bar erano chiusi nel pomeriggio della Pasqua… a me ha stupito negativamente questa cosa.
Concordo ….tutto stupendo .
Atemosfera serena .
Unica nota stonata sono i selfie di qualche politico sotto la statua della Madonna !
Scendete dal piedistallo non politicizzate nemmeno con il pensiero questo evento La Madonna e’ di tutti …e voi avete zero meriti sulle tradizioni della nostra antichissima Sulmona .
Concordo pienamente è stato tutto bellissimo!
Ma l’economia di una città si regge soprattutto sulle aziende
Non facciamoci ingannare !
La soluzione alla crisi e allo spopolamento di Sulmona è la combinazione tra turismo e fabbriche.
Altrove in Abruzzo (es. L’Aquila Lanciano Chieti Pescara ) hanno fabbriche con un indotto di migliaia di persone
Qui non è rimasto nulla !
Sci vabbè ora torniamo ad essere realisti. Non si campa di solo turismo dal venerdì a domenica di pasqua.
Questa straordinaria manifestazione dovrebbe iniziare l’iter per ottenere il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO.
la Pasqua sulmonese è unica al mondo e andrebbe premiata e fatta conoscere proprio per la sua bellezza ed unicità.
Registro con piacere un positivo cambiamento di paradigma comportamentale delle istituzioni locali stando almeno alle confortanti dichiarazioni del sindaco Di Piero secondo il quale la Pasqua sulmonese dovrebbe diventare un vero e proprio brand, un simbolo identificativo della città ovidiana. Mi fa piacere che i nostri amministratori inizino finalmente a pensare in grande puntando a progetti di ampio respiro.
Sulmona non è una città qualunque. Qualcuno l’ha inserita a pieno titolo tra le cento città più rappresentative d’Italia, ma con una identità universale visti i suoi noti personaggi storici di respiro globale.
I tempi sono maturi per il salto di qualità. Proiettare con convinzione Sulmona nello scenario internazionale non deve essere più una buona intenzione, ma un dovere.