“Ringrazio “Il Germe” per aver dato la spiegazione delle scritte che compaiono nella rotonda della villa comunale – ha tenuto a precisare Pizzola a seguito dell’articolo pubblicato questa mattina -. La mia lettera non contiene nessuna dichiarazione sprezzante, come invece affermano i responsabili del Borgo San Panfilo, tanto meno intendeva offendere la memoria di Luisa D’Agostini né di nessun altro”.
“Siamo certi che non fosse nelle intenzioni dell’autore della segnalazione intaccare minimamente la memoria dell’indimenticata Luisa – ha scritto, invece, l’associazione culturale Borgo San Panfilo sul proprio profilo Facebook -, sempre presente nei ricordi di quanti hanno frequentato la Villa Comunale, cuore del nostro borgo, e di tutti i soci dell’Associazione, ma ci teniamo comunque a chiarire. Tutti portiamo dentro ricordi e immagini di Luisa, molti di noi sono cresciuti tra i giochi che gestiva proprio nel “circoletto” della Villa Comunale e, come Borgo San Panfilo, abbiamo in mente di restaurare la lastra di pietra incisa, per noi di immenso valore sentimentale e, inoltre, dedichiamo alla sua memoria ogni anno il ‘Memorial Luisa D’Agostini’ torneo per musici e sbandieratori che porta in città gruppi provenienti da tutt’Italia, uniti nel ricordo della nostra Luisa”.
Pizzola, però, attende risposte dal Comune di Sulmona sul perché al Borgo San Panfilo sia stata accordata la richiesta di intitolazione ad un bene pubblico. “In questo modo, anche gli altri borghi, sestieri, o qualsivoglia associazione sarebbero titolate a formulare identiche richieste. Con quali conseguenze sui beni della collettività è facile immaginare”.
Non torna sui suoi passi neanche in merito al motto Salus Mea Pamphilus Est, riportato sulla rotonda, che secondo Pizzola altro non è che “una invenzione degli ecclesiastici, i quali hanno distorto la famosissima frase di Ovidio che rappresenta l’identità della nostra città”. Scritta che fa storcere il naso a Pizzola, in quanto “falso storico, anziché il motto originale di Ovidio, il cui acronimo è sullo stemma della città. Tanto più che la villa comunale è un bene che appartiene a tutti i cittadini e l’Italia è uno Stato laico”.
Sull’argomento sono diversi ad essere intervenuti, facendo notare che una delle mensole, all’interno della cattedrale di San Panfilo, mostra una targa sannitica che porta una fascia ondulata. Nel campo superiore, in carattere teutonico, le sigle dello stemma cittadino: S.M.P.E., nelle quali i Canonici si compiacquero leggere: Spes – o Salus – Mea Pamphilus Est, oppure Sulmonis Munimen Pamphilus Est”. Una lettura cristiana di un verso di origine pagana. Così come era usanza, specie nel IV secolo di far propria la cultura pagana, da parte dei cristiani, per dargli una rilettura in chiave religiosa.
Mario cagnat la machn
Signor Pizzola, ci mostri la documentazione della prova dei fumi della sua automobile!