“Sulla Riserva Naturale del Borsacchio aveva ragione chi, come noi, si è sempre opposto al taglio”. Sono le parole di Luciano D’Amico, eletto Consigliere regionale nell’ultima tornata elettorale del 10 marzo. “L’ammissione, implicitamente, arriva dallo stesso Presidente Marsilio – continua – che, con una mossa in extremis per evitare l’impugnativa da parte del Governo, lo scorso 18 marzo ha scritto una missiva agli organi preposti in cui mette nero su bianco quel passo indietro che per mesi abbiamo chiesto a Regione Abruzzo”.
La Regione Abruzzo, infatti, con una lettera del presidente Marco Marsilio del 18 marzo, ha fatto un passo indietro rispetto al taglio del 98% della Riserva regionale del Borsacchio, di Roseto degli Abruzzi, deciso la notte del 29 dicembre nel corso della discussione per l’approvazione del bilancio regionale, con un emendamento notturno a firma dei consiglieri Emiliano Di Matteo , Mauro Febbo, Umberto D’Annuntiis, Simona Cardinali e Federica Rompicapo.
Una mossa obbligata, per evitare la certa impugnativa davanti alla Corte costituzionale da parte del Governo. Tant’è che la Legge di stabilità regionale 2024 è stata impugnata dal Consiglio dei ministri, ieri, per la sola norma che proroga di un anno la possibilità di rendere abitabili i sottotetti. Silenzio, invece, per il taglio del Borsacchio, ovvero la norma che aveva forti punti deboli nell’iter e alla luce delle normative vigenti.
“Si conferma – prosegue D’Amico – quanto abbiamo sempre sostenuto: la legge è, ed è stata sempre, illegittima, perché la sua approvazione non ha rispettato il procedimento normativo. Ora per evitare una bocciatura il centrodestra sarà costretto a rivedere il taglio e a coinvolgere tutti gli enti territoriali interessati, così come hanno chiesto opposizioni, ambientalisti e liberi cittadini negli scorsi mesi. Ma la lettera del Presidente non è bastata a salvare la legge di stabilità 2024 da una bocciatura. Infatti, se con l’escamotage della missiva si è evitata la stroncatura dell’emendamento sul taglio della Riserva, la norma che proroga di un anno la possibilità di rendere abitabili i sottotetti è stata impugnata”.
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