Si chiama Otto marzo sempre: MIO IL CORPO, MIA LA SCELTA – Parliamo della legge 194 l’iniziativa che venerdì 22 marzo dalle ore 16.30 presso la sede CGIL di Sulmona vuole celebrare la Giornata Internazionale dei diritti delle donne.
Promossa dal coordinamento donne SPI CGIL della provincia dell’Aquila e dall’associazione Donne e Diritti Sulmona, l’iniziativa invita ad una “riflessione comune sulla condizione attuale dell’applicazione della legge 194/78 a 46 anni dalla sua approvazione” come recita il comunicato stampa e sull’attività svolta dai consultori quali “luoghi privilegiati di promozione della salute delle donne”.
Temi difficili per il nostro territorio che a Sulmona, fino a pochi anni fa contava un solo solo medico ginecologo non obiettore; professionista poi trasferito a L’Aquila con la conseguente impossibilità di praticare interruzioni di gravidanza in Valle Peligna come in Alto Sangro. “Fino ad oggi per un’interruzione di gravidanza le donne del nostro territorio erano costrette a recarsi negli ospedali di Avezzano, L’Aquila, Chieti, Pescara o Teramo – spiega l’ostetrica dell’ospedale di Sulmona Berta Gambina – una situazione che adesso sta per cambiare”.
Grazie a due nuove ginecologhe, da poco entrate a far parte dell’organico dell’ospedale dell’Annunziata, professioniste non obiettrici che sia in caso di interruzione di gravidanza tramite intervento che di assunzione di pillola abortiva, garantiranno l’applicazione della legge 194. Un cambiamento a livello locale che riflette quello in atto da tempo a livello nazionale come dimostrano gli ultimi avvisi e bandi di concorso che tra le clausole di preferenza nell’assunzione di professionisti ginecologi, esplicitamente prevedono la non obiezione di coscienza. Temi che l’assemblea aperta del 22 marzo invita ad affrontare insieme a professioniste del settore del nostro territorio per una riflessione sulla donna e sui suoi diritti da fare sempre. Non solo l’otto marzo.
Se fosse stato per voi non sarei mai nato.
Io credo che se una donna non ha intenzione di avere un figlio non deve fare sesso. Come vedete il metodo alternativo all’aborto è molto semplice.
Siate allora caste e pure e timorate di Dio come lo sono stato sempre io.
Medioevale ! Di una ignoranza così feroce da non meritare alcuna replica !
Se c’è una parola per definire l’eufemismo, direi, senz’ombra di dubbio alcuno, che questa parola è ABORTO!
Con questo innocuo termine, ormai più che sdoganato, la madre autorizza l’assassinio di un essere vivente nel propio grembo.
Quindi il corpo che muore è di un altro, non il… suo.
Se le madri delle pro-aborto avessero abortito?
Si auto fecondano queste donne secondo il tuo macabro disegno ? Dove sono i padri responsabili che si battono per tenere il bambino ? Ma cosa ne sai dalle scelte altrui ?
Furono consensienti?
Ma, comunque, sempre di omicidio si tratta!
Se tua madre fosse rimasta casta e pura non avrebbe fatto una lira di danno.
Non retrocedere di un millimetro su questi diritti, per evitare il Medioevo di ritorno. Proteggere se stessi e gli altri è un dovere etico, è una questione di civiltà. Bisogna educare i ragazzi all’affettivita’ ed al rispetto, vaccinare maschi e femmine dal papilloma virus per esempio, perché non è un problema solo femminile, i ragazzi devono proteggere se stessi e i loro partner da malattie e gravidanza indesiderata. Un aborto è un trauma sempre, nessuno può farlo a cuor leggero,ma va garantita la possibilità di farlo in sicurezza.
DIritti del feto??
E basta co sto femminismo!
Qui non si parla di diritti. Se una donna fà sesso con un uomo deve essere pienamente cosciente che l’uomo può non unirsi in matrimonio anche se obbligato al riconoscimento del figlio e al mantenimento. Se una donna vuole solo il piacere del sesso, allora faccia pure la Lesbica, è più sicuro. Bisogna educare uomo e donna a questo.
Esistono bravi psicologi per elaborare certi traumi !
Posso capire la pratica dell’aborto in caso per es. di violenza sessuale o nel caso ci siano rischi conclamati per la salute della donna. Mi riesce più difficile da comprendere e da giustificare le motivazioni di una donna che decide, in piena libertà, di interrompere la gravidanza in assenza di una reale necessità e senza per es. che il parere di un eventuale partner conti qualcosa.
Ma lo dico con tutti i limiti che un uomo ha quando si parla di queste cose..
L’Abruzzo è posizionato molto in basso nella classifica delle Regioni italiane che fanno Interruzioni volontarie di gravidanza con la Ru486+Prostaglandine. I dati del 2021 (i più recenti) del Ministero della sanità, pubblicati a fine 2023, mettono l’Abruzzo nelle ultime 8 posizioni, con il 33,4% di aborti farmacologici rispetto agli aborti totali nella Regione.
Nelle prime posizioni:
Liguria 72,5%
Calabria 72,0%
Basilicata 72,0%
Dal 2021 la situazione è sicuramente migliorata. Nel nord Europa le IVG con RU486 toccano il 90%.