ISE e il mutar delle forme

Chi si ferma è perduto: Gianni Cirillo e Antonio Presutti lo hanno capito da tempo, da quando nel 1998 decisero di fondare la società ISE. Il pallino dell’impresa Cirillo lo ha sempre avuto, da quando, diplomato a Geometri, lavorava nell’azienda di costruzioni di Evenio Schiavo: “Mi facevo i conti sempre – spiega – e vedevo come il margine più alto di guadagno lo praticavano gli impiantisti. Capii allora che era un settore in cui c’era spazio. E io di fare il dipendente non ne avevo voglia. Volevo mettermi alla prova, spaziare in campi diversi da quello del geometra da cantiere”.

Così venticinque anni fa, all’età di trenta anni e poco meno, si mette in società con Presutti, perito industriale, che le mani le sapeva mettere sul cantiere. “Iniziammo con gli impianti elettrici – racconta Cirillo – e pian piano ci allargammo. Ci guardavamo intorno, per capire cosa serviva ai clienti, cosa mancava al mercato, come si poteva ampliare l’offerta”. All’impianto elettrico, si aggiunsero così i cancelli elettrici, poi i sistemi di allarme, gli impianti di illuminazione. Non solo per privati: la ISE guarda presto agli impianti semaforici e comincia a lavorare per i Comuni e gli enti pubblici.

L’azienda cresce in fretta: dai 200 milioni di lire dei primi fatturati, oggi è arrivata davanti all’Agenzia delle Entrate con un bilancio da 3 milioni di euro, con 13 dipendenti a tempo pieno e una ricerca costante di nuove maestranze.

“Il punto non è quello che fai, ma quello che puoi fare – continua – per fare l’imprenditore occorre come prima cosa capire i bisogni. Ci vuole spirito di osservazione e capacità di leggere la società, in che direzione va”. Il passo successivo è così quello della videosorveglianza che nei primi anni Duemila si diffonde nei Comuni grandi e piccoli. La ISE si offre di impiantarla e gestirla: “Un lavoro tutt’altro che semplice – spiega Cirillo – perché oltre alla gestione tecnica, che comunque prevede una manutenzione e un aggiornamento tecnologico costante, è subentrata poi tutta la delicata normativa sulla privacy a cui sono legate anche le esigenze di conservazione delle immagini per eventuali indagini di polizia giudiziaria”. Ancora oggi il suo ufficio in via San Polo a Sulmona ha quattro schermi accesi dove controlla le mosse di diversi Comuni per cui è diventato il “grande fratello”. L’occhio, però, non lo fa allungare oltre la scrivania: “Queste sono accessibili solo alle forze di polizia” dice.

All’inizio del secondo decennio la tragedia del terremoto si trasforma in occasione di rinascita: il cantiere più grande d’Europa è a pochi chilometri e Cirillo, che nel frattempo ha maturato anche qualche esperienza politica, entra nell’Ance e nella Scuola Edile. I contatti giusti per entrare anche nel grande business della ricostruzione post-sisma aquilana: un lavoro che dura da oltre dieci anni e che non si è mai davvero arrestato.

La vera intuizione, però, arriva nel 2017, ancora una volta guardando i bisogni e gettandosi in un mercato che stava nascendo: “La fibra è stata la svolta – continua Cirillo – fondammo Telweb Italia, in società con la Telweb che gestisce ora la rete, occupandoci solo di infrastrutturare la città. Realizzare compiutamente quell’autostrada sotterranea che permette oggi di connettersi a migliaia di sulmonesi”. Sempre di tirare fili si trattava, in fondo.

Come il terremoto, nel 2020, arriva un’altra sciagura: il Covid. E anche qui, la ISE, si reinventa: “Fummo i primi a gettarci nella sanificazione – ricorda – era un passo azzardato, specie all’inizio, perché si rischiava in prima persona. Però, come sempre, guardammo al meglio che c’era in giro e lo replicammo: fummo in zona la prima azienda certificata per la gestione degli impianti di areazione. Il virus si nascondeva negli split e negli impianti ed era importante saper sanificare un ambiente per sterilizzarlo”. Addobbati come gostbusther gli addetti della ISE vanno in soccorso ad enti pubblici e a privati, ospedali, case di riposo, scuole.  

Neanche il tempo di togliere la mascherina e la pandemia apre un altro portone di opportunità: il bonus 110 per gli impiantisti diventa una grande occasione, ricercati dalle ditte edili come fossero oro. Tanto più se potevano vantare affidabilità ed esperienza. “Le mie idee politiche le conoscono tutti – confessa – ma il 110 ha dato un impulso enorme al mercato del lavoro e all’economia. Forse non poteva durare per sempre, ma sicuramente ha aiutato molte aziende, e non solo, a rimettersi in piedi. Ora siamo consapevoli che il mercato avrà una flessione, ma questo fa parte dei cicli produttivi”.

La cosa, d’altronde, non preoccupa chi, nella città di Ovidio, è abituato “al mutar delle forme” e della sua missione: neanche il tempo di smontare le impalcature del superbonus e la società si è lanciata sul settore energetico: “Due anni fa abbiamo chiuso un accordo con il colosso Edison diventando loro partner sul territorio – dice – è una collaborazione prestigiosa, che ci spinge in un mercato vasto e ambizioso. Non solo vendere energia, ma produrla, ovvero costruire impianti per farlo. Il fotovoltaico ha ancora ampi margini di crescita in Italia, anche se il suo proliferare sta mettendo in crisi le infrastrutture elettriche del Paese che, specie nei centri periferici, fanno fatica a gestire i flussi in entrata e uscita dell’energia prodotta. Al mercato dell’elettrico è legata soprattutto una rivoluzione nella gestione quotidiana, a partire dalle caldaie e dalle pompe di calore che sono destinate a sostituire l’uso del gas. Sono stato poco tempo fa ad una fiera importante, nella quale ho visto delle pompe di calore innovative, che non hanno più bisogno del gas per sostenere le esigenze non solo del riscaldamento, ma anche di produzione di acqua calda sanitaria per le abitazioni. Ne ho ordinata una da mettere qui in studio: il tempo di sperimentare come va, ma ci siamo già proposti come esclusivisti per la zona”.

“E poi stiamo studiando un progetto di prevenzione degli incendi con termocamere nei boschi – non si ferma Cirillo – ma di questo è ancora presto per parlare”.

 Prima bisogna fare, senza fermarsi.

8 Commenti su "ISE e il mutar delle forme"

  1. aldo fontana | 15 Marzo 2024 at 07:07 | Rispondi

    … solo due parole: AD MAJORA.

  2. Ha avuto le palle di ammettere che il 110 e’ servito a risollevare le aziende !
    Consiglio alla gente di leggere le vere interviste come queste e di spegnere rete4 !
    Forse i 5 stelle a cui abbiamo voltato le spalle ci avevano visto lungo e bene .

    • Ora vediamo senza 110 quante aziende rimarranno in piedi. Prevedo un grande flusso di vendita di mezzi e di impalcature, oltre all’aumento di fitto e di richieste per magazzini per stoccare queste strutture.

    • Tanti fruitori di rete4 si sono rifatti a nostre spese palazzi storici e antichi casali.
      Piangono i morti e fregano i vivi.

    • Nulla di nuovo in vista | 15 Marzo 2024 at 18:08 | Rispondi

      Con il 110 Si è solamente drogato (a caro prezzo) il mercato …
      Finito l’effetto euforia saranno guai

  3. Gianluca Lavalle | 15 Marzo 2024 at 11:24 | Rispondi

    Senza dubbio un’azienda capace guidata da persone capaci.
    Ed è un’altra bella notizia per la vallata nella quale la gente che lavora “tira la carretta”, come sempre, anche per chi è bravo solo a lamentarsi.
    Complimenti a Gianni & C. e ad majora.

  4. CI TENGO A FARE I COMPLIMENTI A GIANNI CIRILLO E ANTONIO PRESUTTI E ALL’AZIENDA ISE DI SULMONA PER LA LORO PROFESSIONALITA’ E LA LORO SERIETA’ CHE PORTANO IN ALTO IL NOME DI SULMONA BEN AL DI FUORI DELLA NOSTRA VALLE PELIGNA…BRAVI BRAVI BRAVI…BY C7SULMONA(MDI-1964)

  5. complimenti alla Ise ed hai suoi gestori!
    …ed a questo giornale che ne diffonde la realtà

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