(pubbliredazionale spazio elettorale autogestito a pagamento)
Sono gli ultimi giorni prima del voto del 10 marzo per le elezioni regionali in Abruzzo. Luisa Taglieri, in che modo ha deciso di chiudere la sua campagna elettorale?
La campagna elettorale è stata a dir poco entusiasmante. Ho avuto l’occasione di incontrare molte persone, di ascoltare i loro bisogni, le esigenze di un territorio che ho a cuore ed è per questo che ho scelto di chiudere la mia campagna elettorale proprio tra la gente, in piazza, nella città in cui sono nata e nella città in cui vivo: Sulmona. Farò un comizio oggi 8 marzo in Piazza XX Settembre, alle ore 18 e successivamente, dalle 19, con tutti i miei sostenitori e con le persone che credono nel mio progetto politico sarò nella mia sede elettorale, in Via Mazara 10, a pochi metri dal Comune. Per l’occasione, dato che è la Giornata Internazionale della donna, ci sarà modo di fare una profonda riflessione sulle tematiche che riguardano la donna, dal suo ruolo di madre alla sua figura professionale; tra gli interventi in programma quello della Senatrice Stefania Craxi presente in collegamento video.
Il tema delle pari opportunità ricorre spesso nei suoi interventi. Cosa significa per lei e cosa è ancora necessario fare?
Mi sono occupata durante il mio dottorato universitario, nell’Università degli studi dell’Aquila, di diritti delle donne e di pari opportunità. Ho pubblicato sulla rivista giuridica costituzionale www.dirittifondamentali.it l’articolo “Parità di genere e prima applicazione della Legge n.165/2017. Le “quote rosa” ed il percorso verso la parità di genere nel sistema elettorale”. Ho maturato da tempo l’ idea di perseguire la strada delle strategie politiche mirate all’educazione e alla promozione di campagne di sensibilizzazione. C’è bisogno di investire nella formazione scolastica e sociale perché solo attraverso l’educazione e il confronto può avvenire il cambiamento. Da presidente dell’Associazione “Voci di donna”, da avvocato e da mamma ho vissuto in prima persona i disagi e le difficoltà che quotidianamente le donne si trovano ad affrontare. E’ necessario che la donna si senta libera di costruire una famiglia e di definire allo stesso tempo la sua carriera lavorativa senza essere costretta a fare delle rinunce o a mettere da parte le proprie ambizioni. C’è bisogno di sostegni seri, di aiuti concreti. Uomo e donna che occupano la stessa posizione lavorativa devono guadagnare allo stesso modo e non subire trattamenti economici differenti a seconda del genere. Ho sempre affermato che uomini e donne portano nella vita lavorativa se stessi con le proprie peculiarità ma, entrambi, devono mantenere le proprie caratteristiche, i propri talenti, e niente e nessuno può e deve pretendere altro.
Domenica gli abruzzesi si recheranno alle urne. Cosa vorrebbe dire agli astensionisti?
Ho visitato personalmente molti Comuni, dalla Valle Peligna a quella Subequana fino ad arrivare nella Marsica, nell’Alto Sangro e nel capoluogo di Regione. L’ho fatto perché ho voluto incontrare le persone, quelle stesse persone che hanno bisogno di essere ascoltate e di fatti concreti, di una politica attenta, di politici affidabili e credibili. Il voto è uno strumento potentissimo, una dimostrazione non solo di fiducia nei candidati ma l’unico modo per far valere le proprie idee, i propri ideali. Ho scelto come slogan “La libertà di rinascere”, e l’ho scelto anche per inneggiare ad un voto libero, ad un voto senza paura, per tutte quelle persone che credono nell’onestà, nei principi sani, nei veri valori. Per cui a tutti gli astensionisti, a tutte quelle persone che hanno perso fiducia nelle istituzioni, nella politica, dico di far valere la propria voce e di recarsi alle urne. Ci sono stati uomini, ci sono state donne che hanno lottato con la propria vita per conquistare questo diritto e mi sento di dire che votare è anche un dovere. Per tutti noi e per tutti loro. Quindi andate a votare, andiamo a votare, e parliamo con tutti, soprattutto con i giovani, con quei ragazzi e con quelle ragazze che hanno un futuro incerto e che non si sentono compresi, apprezzati, che non vedono possibilità e speranze in questo territorio. Possiamo cambiare le cose solo se lo facciamo da protagonisti e se con quella matita il 10 marzo barriamo la scelta giusta.
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