A parte qualche sfumatura di gossip, il rimpasto di giunta al Comune di Sulmona è tutto tranne che una scelta amministrativa locale. Non che le teste saltate, quelle di Paolo Santarelli e Mario Sinibaldi, meritassero una promozione, viste anche le deleghe avute e i risultati nulli prodotti in un anno e mezzo di governo (scuole, lavori pubblici, mense, loculi cimiteriali); quanto perché a decidere, come sempre, non è stata certo il sindaco Casini. I tempi che un mese fa “non erano maturi”, lo sono diventati improvvisamente martedì sera, quando nel quartier generale di via Salvemini, angolo bar Blu Moon, l’assessore regionale Andrea Gerosolimo ha deciso e disposto le sue pedine in vista della difficile campagna elettorale che lo attende per le politiche. I risultati siciliani hanno probabilmente fatto, quelli sì, maturare la decisione di spostare l’asse politico del “civico quanto è comodo” verso destra, lì dove c’è ora più da pescare in termini di consensi e dove è necessario sparigliare le carte prima che il partito, specie quello di Forza Italia, possa ritrovare unità e consensi. Ed ecco che dal Regno delle due Sulmone, Gerosolimo destituisce gli esponenti della sinistra (Dem e Socialisti) della variegata ammucchiata elettorale del 2016, con due riconoscibilissimi personaggi di area opposta: Nicola Angelucci (esponente di spicco degli azzurri in passato) e Stefano Mariani, suo fedelissimo amico e runner politico. La strategia “dell’assessore cerniera” (come lo definì D’Alfonso) è chiara: intestarsi, nella coalizione di centrosinistra, la medaglia e i galloni del Cavallo di Troia, quello cioè che sotto mentite spoglie cercherà di recuperare i voti che, anche e soprattutto in Abruzzo, il Pd, dicono i sondaggi, sta perdendo come fosse un’emorragia. E il Pd, quello regionale, sta a guardare, anzi sostiene questa strategia fino ad inimicarsi, con battibecchi beckettiani, il suo circolo locale (che bisogna riconoscere non gliele ha mandate a dire), attaccando, per voce del consigliere politico del presidente, Andrea Catena, la linea tenuta sull’amministrazione Casini, sulla bretella e sulla sanità. “Il Pd governa in Abruzzo con coalizioni larghe e potremo rivincere tra due anni solo se avremo coalizioni larghe” sentenzia lo stratega consigliere. Ma chissà se, di questo passo, tra due anni il Pd esisterà ancora.
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