L’approvazione al progetto esecutivo c’è, ma la data di riapertura resta un’incognita per la scuola elementare “Luciana Masciangioli”. Anche il plesso di viale Mazzini resta intrappolato in tempistiche incerte, così come il liceo Classico “Ovidio” e la scuola “Lombardo-Radice”. Per non parlare dello stabile del “De Nino-Morandi” in via D’Andrea. Ma questa è un’altra storia.
Anche perché la Masciangioli è stata individuata per ospitare gli uffici comunale, costretti al trasloco momentaneo da via Mazara in virtù dei lavori che interesseranno palazzo San Francesco. Il progetto esecutivo è stato approvato dalla delibera di giunta dello scorso 20 febbraio. Dalle valutazioni fatte inizialmente (computo metrico e planimetria) è risultato un importo complessivo dei lavori pari a 1.360.103,07 euro. Una somma decisamente superiore rispetto all’importo destinato all’esecuzione dei lavori necessari per trasferire temporaneamente gli uffici comunali presso la scuola “Masciangioli”, in totale circa 480.000,00 euro. Tant’è che si è reso necessario l’incremento delle somme disponibili, proponendo di destinare ai lavori l’intero finanziamento di Palazzo San Francesco o, in alternativa, di reperire le somme in altro modo.
Il servizio di Progettazione esecutiva (che stima una spesa di 580.000 euro circa per gli interventi) è stato affidato alla Società S.A.G.I. s.r.l., che si occuperà anche della contabilità e del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione dei lavori. Ad ospitare gli uffici comunali saranno i locali ubicati al pianterreno della scuola, mentre i restanti piani del plesso potranno tornare ad accogliere gli alunni. Quando la campanella tornerà a suonare, ovviamente.
E non è detto che ciò accada presto. I lavori per l’adeguamento sismico fatti sui seimila metri quadrati della struttura (chiusa dal 2016) sono terminati nel 2022. Non sono bastati i 166 isolatori piazzati nelle fondamenta della scuola per un importo pari a 4 milioni di euro. Nello stabile mancano le serrande volate via con il vento, le porte interne ormai fuori norma, gli impianti idrici ed elettrici ormai obsoleti, i giardini e le pertinenze esterne da rifare. Una lista di interventi dal costo di circa un milione e mezzo di euro che il Comune, in qualche modo, dovrà reperire per riaprire lo stabile di via Mazzini anche agli alunni e non solo ai propri dipendenti.
Con tali importi potevano costruire 2 scuole nuove e due palestre
Se è vero che le scuole di Sulmona si sono “rotte” alle 3.32 del 6 Aprile 2009, ci sarà un responsabile amministrativo e tecnico perché a distanza di 14 anni nessuno dei cantieri ha avuto il certificato di collaudo?
Ci sarà un responsabile politico che non ha ritenuto NECESSARIO porre il tema della SCUOLE come obiettivo dell’ azione Amministrativa? che non ha operato per garantire il Diritto allo Studio non compresso da spazi impropri ovvero distante dalle sedi naturali di una intera giovane generazione?
Ci sarà un sistema di controllo sui centri di spesa che non ha agito secondo i criteri dell’efficienza e dell’ efficacia?
Perché dei ragazzi portati in edifici di privati di classe 2 invece che 3 come richiesto da un certo ente pubblico e da normativa nazionale? Ne vogliamo parlare?
È vergognoso, semplicemente vergognoso.Scuole chiuse…..imperdi scuole è un fallimento politico ma sui manifesti sorridono sempre ,sereni visi firmati da slogan che prometteno ciò che non avremo mai.