Il 41 bis nella città del supercarcere

Nella città del supercarcere si parlerà di 41 bis, anche se a Sulmona ci sono solo gli ex, una sessantina in tutto, sottoposti a questo regime di detenzione. Un argomento attuale e delicato quello che verrà affrontato venerdì mattina nel convegno organizzato al teatro Caniglia nell’ambito del sesto seminario di criminologia. Relatori nazionali, la presenza del sottosegretario Cosimo Ferri e un tema, quello sull’efficacia e i limiti del carcere duro, che da un mese è tornato al centro del dibattito nazionale dopo la circolare di ottobre che permette a questi detenuti di poter abbracciare durante i colloqui i figli minori di dodici anni. “Una correzione amministrativa e un segnale – spiega Mauro Nardella, organizzatore del seminario – che ci preoccupa più come cittadini che come agenti di polizia penitenziaria, perché è già successo che i mafiosi utilizzino i minori per consegnare messaggi”.
A venticinque anni dalla legge firmata dall’allora ministro Claudio Martelli e nata all’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio, si cercherà di fare il punto su efficacia e limiti del 41 bis: un regime carcerario che ha prodotto oltre mille pentiti finora, permettendo di arrestare migliaia di mafiosi, “ma che non è risolutiva – continua il sindacalista Uil – allo smantellamento della criminalità organizzata”.
Tra i relatori anche Pino Arlacchi, amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e la consegna di due premi internazionali alle vittime del dovere, quei rappresentanti cioè delle forze di polizia e delle forze armate che hanno perso la vita nell’esercizio del loro lavoro e a cui, domani, sarà intitolato anche il piazzale ubicato davanti al carcere di via Lamaccio.
I riconoscimenti andranno in particolare a Joseph Gallucci, capo dell’antiterrorismo di New York e tra i primi ad alzarsi in volo l’11 settembre del 2001 sul disastro delle torre gemelle alle cui vittime è dedicato questo premio. Gallucci, che aveva già prenotato il volo aereo, non sarà però presente alla cerimonia di consegna per i fatti di cronaca che lo hanno precettato a restare nella Grande Mela.
L’altro premio sarà invece consegnato al fratello di Franco Lattanzio, il carabiniere di Pacentro morto nell’aprile del 2006 a Nassirya.
Un seminario di respiro internazionale, ma dall’interesse anche locale, perché a Sulmona, come detto, una sessantina di detenuti sono ex 41 bis e gli altri comunque per associazione mafiosa. Una presenza che deve fare i conti anche con la città, come dimostrato nell’ultima rovente polemica l’assunzione da parte della cooperativa Creaservice (cooperativa di servizio del Comune) di un ex detenuto: “Il percorso seguito dal Comune in questa vicenda – commenta Nardella – è pienamente legale e rispondente al percorso di reinserimento, probabilmente era meglio evitare di affidargli un servizio delicato come quello della guardiania”.

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