Che forse forse ci sia un disegno per penalizzare la Valle Peligna sono ormai in tanti a chiederselo. Che la questione, insomma, non sia solo legata alle certificazioni e che, diciamolo, le intenzioni siano tutt’altro. I dubbi sono legittimi, soprattutto se nel comunicare una chiusura si dice tutto e niente, senza fornire, oltre alla cattiva notizia, una ipotesi di scenario futuro, come una possibile riapertura, ad esempio. Le notizie sono ancora dense, confuse. Il direttore generale Asl 1, Rinaldo Tordera, non risponde; il responsabile, Marco Valenti, si scusa “è una mattinata convulsa, comprenderà”. Su tutto una cosa è certa: nessuno sa cosa aspettarsi. E pensare che all’inaugurazione erano presenti sia Tordera che l’assessore regionale al ramo, Silvio Paolucci.
Nel centro Asl pratolano, che ospitava il centro diurno per l’autismo e quello di riabilitazione psichiatrica in formato “casa famiglia” ossia anche con la degenza, a rimanere a piedi sono 15 utenti, 8 su 20 posti disponibili per il primo 7 su 10 posti per il secondo. In particolare per la parte adibita a centro per l’autismo si stava lavorando all’ingresso di altre 3 persone, bisognava mettere a punto solo il trasporto, problema che gli operatori si sono portati dietro fin dall’apertura, quasi un anno fa, senza soluzione alcuna. A proposito, addirittura ieri c’era stata una riunione.
La chiusura è arrivata improvvisa, all’insaputa degli assistenti sociali rimasti a casa questa mattina e delle cooperative che gestiscono i centri. Ieri sera, così, senza troppe spiegazioni. Dei 7 pazienti del centro psichiatrico si sa che uno di loro tornerà a casa, 3 saranno trasferiti ad Avezzano, altrettanti all’Aquila. “I sindaci devo pressare il direttore generale” tuona Dante Del Giovane, parte dell’associazione regionale ‘Percorsi’ per la tutela della salute mentale-. Il problema è che per avere posti letto deve esserci l’accreditamento”. Una lacuna sulle autorizzazioni pare sia proprio quella dell’accreditamento, ma sui posti a disposizione della Asl Del Giovane solleva: “non sono distribuiti equamente sul territorio della Asl, dovrebbero essere tolti un po’ all’Aquila e dati a Sulmona” spiega chiedendosi al contempo in quanto tempo si riuscirà a trovare una soluzione. D’altronde l’esempio di Sulmona con il Cim chiuso da due mesi non è poi così rassicurante, e si teme per neuropsichiatria infantile anche, dove i Nas hanno fatto visita la settimana scorsa.
Mancano delle certificazioni, così ha spiegato ieri il sindaco Antonella Di Nino in una nota. “Dopo 10 anni di lotte, oggi sono con la morte nel cuore” dichiara Antonio De Crescentiis, oggi consigliere di opposizione, sindaco della scorsa amministrazione il quale ha cercato di dare una forte spinta all’apertura del centro che nei fatti non è stata cosa semplice. A mettersi di traverso nel 2016 fu un ricorso al Tar dell’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, presidente della fondazione Paolo VI che aveva puntato le sue ragioni proprio sull’accreditamento regionale. “Non so cosa manca- aggiunge De Crescentiis riferendosi alle lacune burocratiche-, alle carte avevano provveduto un insieme di uffici. Spero che tutto si risolva e che il servizio riprenda il prima possibile. Sono vicino alle famiglie”.
Solo a luglio si erano aperte le porte del centro per l’autismo al pubblico, tra l’entusiasmo generale ed un mondo da far conoscere; porte tornate a chiudersi improvvisamente.
Quella struttura fu realizzata dall’allora consigliere regionale D’Andrea per farne un RSA-residenza sanitaria assistita, o quanto meno una casa di riposo per anziani,sempre promessa a Pratola nelle vigilie elettorali e mai realizzata. Idea fattibile e realistica quella del dott.D’Andrea, ma osteggiata dai soliti sfascisti. Passano gli anni e per non far fare alla struttura, dignitosa nel suo essere, la stessa fine dell’ex ITIS fondazione Di Pillo,ora cadente e fatiscente, si arrivò a pensare di farne un centro per autistici con annesso laboratorio per malati mentali psichiatrici. Non ci si poteva tirare indietro, vista l’attenzione che le istituzioni pongono per gli emarginati. Tutto è partito in pompa magna ,dopo tante tribolazioni. Tutto a posto? Ma va’! E’ bastato un controllo dei famigerati NAS, che regolamento alla mano, hanno ravvisato lacune e carenze,hanno redatto il verbale e lo hanno consegnato a chi di dovere, che si è precipitato a chiudere. Di chi la colpa dei mancati adempimenti denunciati dai NAS? Dei soliti pressappochisti che fanno le cose con la massima superficialità e disattenzione. Voglio pensare che sia così, altrimenti dovrei pensare che trattasi di incompetenza,come dice Renzi in campagna elettorale, avallata da coloro che sponsorizzano emeriti incapaci,basta siano caudatari del politico di turno. E chi lo nega ancora non ha capito come funziona il sistema Italia. Poi ci si lamenta perché i NAS fanno chiudere.